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Cosa mangiare durante un trekking? Mica solo bacche e aria di montagna!

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A fare davvero la differenza sono carboidrati, grassi e proteine: senza di loro l’escursione diventa una sfilata di zombie

Hai passato mesi a scegliere gli scarponi che costano quanto un monolocale a Milano, hai uno zaino che sembra progettato dalla NASA e la giacca tecnica che indossi potrebbe sopravvivere a un'era glaciale.

Ti senti un incrocio tra Reinhold Messner e un* sherpa vestit* da catalogo Postalmarket. Poi, dopo due ore di salita, ti ritrovi sedut* su un sasso, con le gambe che tremano, la vista annebbiata e un unico, assillante pensiero: "Il mio rene per un panino!"

Pensi che il trekking sia solo una questione di polpacci e forza di volontà? Sbagliato!

Il trekking è un bel triangolo stile Renato Zero: tu, la montagna e quello che ti sei ficcato nello stomaco.

Ti assicuro che la montagna non ti giudica se ansimi come un lama con l'enfisema, ma il tuo stomaco, lui sì. Lui presenta il conto. E lo fa sempre nel punto più ripido.

Quindi prendi nota, perché stiamo per smontare il mito dell'escursionista ascetico che si nutre di bacche e luce solare. Stiamo per parlare di carburante. Di benzina super per le tue gambette. Stiamo per parlare di cibo!

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La dura, grassa verità: il tuo corpo è un'idrovora

Prima di tutto, capiamo il nemico. Un giorno di trekking non è una passeggiata al parco per portare a spasso il chihuahua. È un duro lavoro!

Un lavoro che brucia circa il triplo delle calorie di una giornata passata a fissare un foglio Excel, sperando che si compili da solo. Eh sì... perché il tuo corpo si trasforma in un'autentica fornace.

E cosa butti in una fornace per farla andare? Esatto.

Mica fiorellini di campo e buoni sentimenti!

Quindi, l'idea di "mangiare leggero" per "non appesantirsi" è una delle più grandi fesserie cosmiche dopo il terrapiattismo. Devi mangiare!

Devi pianificare le tue scorte come la formichina saggia della favola. Perché in montagna, un calo di zuccheri non è un capriccio: è l'anticamera del collasso.

La sacra trinità: Carboidrati, Grassi e Proteine

Lascia perdere le diete chetogeniche, le paleo e tutte quelle diavolerie da vita moderna. In montagna, i comandamenti nutrizionali sono scolpiti nella roccia e sono tre.

  1. I Carboidrati: i tuoi migliori amici. Circa il 50% di quello che ingurgiti deve essere roba tipo pane, pasta, riso, patate, barrette. Sono la benzina a rilascio rapido (ma non troppo). Il tuo corpo li brucia che è un piacere, trasformandoli in pura energia per non farti rotolare a valle. Senza carboidrati, altro che scalata: ti ritroveresti ferm* sul sentiero a guardare le formiche che ti superano con lo zainetto in spalla spernacchiandoti in allegria.
  2. I Grassi: la riserva strategica. Cioccolato, frutta secca, olio. I grassi sono il tuo piano B. Quando i carboidrati finiscono, il tuo corpo, disperato, inizia a bruciare i grassi. È un processo più lento, faticoso, che richiede più ossigeno, ma ti salva le chiappe. Non devono superare il 20% della dieta e sono il motivo per cui un pezzaccio di cioccolato fondente a 3000 metri ti sembra la cosa più buona mai creata dall'universo.
  3. Le proteine: i tuoi genitori dopo la festicciola. Carne secca, formaggio, legumi. Le proteine non sono quelle che ti danno la spinta per fare lo scatto in salita, eh no. Loro arrivano dopo e iniziano a rimettere insieme i cocci. Sono come i tuoi genitori che tornano a casa dopo la festicciola che avevi organizzato di nascosto: trovano bicchieri appiccicati al pavimento, patatine fossilizzate nel divano e l’odore di disinfettante che non coprirà mai quello di vodka alla pesca. Loro, con santa pazienza, sistemano tutto e ricostruiscono la casa che hai devastato. Ecco, le proteine fanno lo stesso coi tuoi muscoli: ti ripuliscono dal casino che hai combinato!

La cronologia pasto per pasto: che me magno?!

La sera prima: la grande abbuffata

La cena prima del trekking non è una cena. È un rito propiziatorio. Raddoppia la tua solita porzione di pasta o riso. Sì, hai capito bene, raddoppiala. È scienza, mica fame nervosa. Stai riempiendo il serbatoio fino all'orlo. Abbonda con le verdure, bevi come un cammello e lascia perdere la bistecca da mezzo chilo. Le proteine le lasciamo ai bodybuilder, a noi serve un altro tipo di energia.

La mattina: colazione da campioni (o quasi)

Deve essere abbondante ma non una mattonata sullo stomaco. Pane tostato con marmellata o miele, fette biscottate, una crostata, cereali. Roba che il tuo corpo può trasformare in spinta quasi subito. Vuoi del salato? Bresaola o prosciutto sgrassato. E un caffè, cazzarola, che ci dobbiamo svegliare.

Durante la marcia: il concetto di "spuntino strategico"

Questa è la parte che tutt* sbagliano. NON devi aspettare di avere fame o sete. Se senti fame, sei già in riserva. Se senti sete, sei già disidratato. La regola è: mangia poco e spesso. Bevi un sorso d'acqua ogni 20-30 minuti, anche se non ti va. Ogni ora, butta giù qualcosa. Una manciata di frutta secca, una barretta, qualche albicocca disidratata, un pezzetto di cioccolato. È un rifornimento costante, come una flebo di energia.

Il pranzo? Il classico panino va benissimo, ma con pane vero, ben lievitato, e affettati magri o un po' di formaggio. Leggero, digeribile, efficace.

La sera, dopo l'apocalisse: la ricostruzione

Daje, ce l'hai fatta, sei arrivat*!

Puzzi, sei esaust* ma sei viv*. Ora devi recuperare.

La cosa migliore? Una minestra calda, ricca di sali, con pasta o riso. O ancora meglio, legumi.

Pasta e fagioli, dopo una giornata di trekking, è praticamente nettare degli dei. Ti dà proteine per i muscoli e carboidrati per ricaricare le batterie.

Un bicchiere di vino rosso? Certo che sì. Sei tutt* inter* (o quasi!), te lo meriti.

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Il trekking? Tutto un magna magna!

Ora che sai come non svenire su un sentiero, che ne dici di mettere alla prova la teoria? Che ne dici di portare le tue gambe (e il tuo stomaco) in posti che sembrano disegnati da un dio con un'immaginazione sfrenata?

Noi di Sto Gran Tour abbiamo preparato il menù, quello vero! Mica robaccia liofilizzata da discount...

  • Viaggio di gruppo trekking in Islanda a Hornstrandir: dimentica tutto quello che credi di sapere sul selvaggio. Qui le volpi artiche ti guardano mentre mangi e le scogliere si tuffano in un oceano che sembra inchiostro. Un trekking che ti formatta l'anima.
  • Viaggio di gruppo trekking Kilimangiaro: la chiamano la "cima dell'Africa". Tu la chiamerai "il posto dove ho capito di poter fare qualsiasi cosa". Un viaggio attraverso cinque ecosistemi diversi, dal caldo della savana al gelo perenne della vetta.
  • Viaggio in Nepal al Campo Base dell'Everest: il pellegrinaggio laico per ogni amante della montagna. Camminare all'ombra dei giganti del mondo, respirare l'aria sottile del Tetto del Mondo e sentire un'energia che non troverai da nessun'altra parte.

Smettila di sognare le montagne. Prepara lo zaino, riempilo della roba giusta e vieni a pappartele con noi. Ti aspettiamo.

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