

Lasciati travolgere da una cultura che usa la cucina per raccontare la propria anima, una forchettata alla volta (o direttamente con le mani)!
Ah il Marocco. Deserto, cammelli e mercati dove rischi di barattare tua suocera per un tappeto.
Ma ti manca il pezzo fondamentale. Quello che ti si attacca all'anima, alle papille gustative e, probabilmente, anche ai jeans. Sto parlando del cibo.
Dimentica le diete, il conteggio delle calorie e quella vocina salutista che ti sussurra "forse meglio un'insalata". In Marocco, l'insalata è un contorno, un timido pretesto. Qui si fa sul serio.
Qui il cibo non è nutrimento, è un'esperienza mistica, un'aggressione sensoriale gloriosa che ti lascerà KO, felice e con la cintura slacciata.
Sei pront* a fare un tuffo carpiato in un universo di spezie, cotture lente e sapori che farebbero impallidire la cucina della nonna? Partiamo!
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1. Il Cous Cous: non quello triste che ti porti in ufficio
Ok, iniziamo con una robetta facile facile. "Ah certo, il cous cous, lo conosco". No, non lo conosci.
Dimentica quella granella secca che tiri fuori dalla scatola il mercoledì sera quando il frigo piange. Quello è il cugino di terzo grado del VERO cous cous marocchino, una sua versione presa su Wish!
Qui parliamo di un'architettura di sapori: una montagna di semola cotta a vapore per ore, soffice come una nuvola, su cui si adagia con grazia uno stufato celestiale di carne (agnello, manzo, quello che capita) e verdure che si sciolgono in bocca.
Il segreto? Il Ras el Hanout**, un mix di 30 spezie** che è praticamente la formula segreta della Coca-Cola del Nord Africa. Assaggiarlo è come vedere i colori per la prima volta.
2. Il Tajine: il cappello a cono che fa miracoli
No, non è un bizzarro soprammobile in terracotta. O meglio, lo è, ma con dentro la magia.
Il Tajine è sia il nome del piatto che della pentola con quel suo iconico coperchio a cono che sembra un cappello da stregone. E in effetti, una stregoneria la fa: intrappola il vapore, lo fa ricadere sul cibo e stufa tutto lentamente, dolcemente, fino a trasformare anche il pezzo di carne più ostinato in burro.
La versione con le kefta (polpette d'agnello speziate) è da arresto cardiaco per la sua bontà. Se passi da Essaouira, sulla costa, ti tirano dentro il pesce. E fidati, dopo, vorrai solo comprare una di queste pentole e provare a replicare il miracolo a casa, fallendo miseramente ma con stile.
3. L'Harira: la zuppa che ti dà più energia di dieci Red Bull!
Immagina di aver camminato per otto ore nel souk di Fes, di aver contrattato fino allo sfinimento per un portacenere e di avere l'energia di un bradipo in letargo. Ecco, in quel momento hai bisogno di un'Harira.
Chiamarla "zuppa" è riduttivo, è come chiamare l'Everest "una collinetta". È un pasto completo, denso, che ti abbraccia da dentro.
Polpette d'agnello, lenticchie, pomodori, ceci, spezie... È il piatto con cui si rompe il digiuno durante il Ramadan, e un motivo c'è: un solo piatto ti dà l'energia per conquistare un piccolo stato. Per chi viaggia poi è puro carburante per l'avventura.
4. La Tanjia: il piatto di Marrakech per veri macho-man
Questa non è una ricetta, è una leggenda. La Tanjia è il piatto simbolo di Marrakech e, secondo la tradizione, è una cosa da uomini duri, di quelli che quando guardano Ghost piangono, certo, ma di nascosto!
La storia narra che sia nata per dimostrare che i maschi potevano cucinare (e perfino vivere!) divinamente anche senza le donne, seee te piacerebbe!
In pratica: si prende una giara di terracotta (la tanjia, appunto), ci si butta dentro agnello o vitello, limone candito, cumino, zafferano e altre diavolerie. Poi, invece di metterla sul fuoco, la si porta al forno a legna comune, quello che scalda gli hammam, e la si lascia cuocere per ore sotto la cenere.
Il risultato è una carne così tenera che si taglia con un sospiro. Un'esperienza mitologica, ti assicuro!
5. Il Mechoui: per carnivori mai pentiti
Passeggiando per piazza Jemaa el-Fna a Marrakech, un profumo ti colpirà come 'na cinquina in faccia.
È lui, sua maestà il Mechoui. Qui non si scherza con fettine e porzioni. Si prende un agnello intero, lo si infilza in uno spiedo e lo si arrostisce lentamente sulla brace per ore, spennellandolo di burro e spezie.
La carne, tenerissima e saporita, si stacca dall'osso con le dita e si mangia rigorosamente con le mani, accompagnata da pane e una ciotolina di cumino e sale. È primordiale, è brutale, è assolutamente delizioso. Se sei vegetariano, chiudi gli occhi.
6. La Pastilla: l'imboscata dolce-salata
Preparati a un cortocircuito mentale. La Pastilla è la prova che la cucina marocchina ama giocare con le tue certezze e farti gaslighting potente.
Pensa a uno sformato di pasta sfoglia croccante, ripieno di carne di piccione (sì, piccione!) o pollo, cotta con spezie aromatiche. Fin qui, più o meno tutto bene.
Poi, però, lo ricoprono di zucchero a velo e cannella. Il primo morso è uno shock.
Dolce? Salato? Speziato? È tutto insieme.
È una bomba a orologeria di sapori che ti esplode in bocca e ti fa chiedere se sei un genio o un*idiota ad averla ordinata. Risposta: un genio.
7. I Baghrir: i pancake con più buchi del gruviera
Dopo questa carneficina di sapori forti, ci vuole una coccola. Ed ecco che arrivano i Baghrir. Sembrano dei pancake, ma sono i loro cugini più intelligenti e soffici. L'impasto a base di semola crea in cottura una superficie piena di piccoli buchi (da cui il soprannome "pancake dai mille buchi") che hanno uno scopo preciso: no, non traspirare tipo le Geox, ma assorbire qualunque cosa tu decida di versarci sopra.
La tradizione vuole burro fuso e miele, ma nessuno ti arresterà se opterai per una colata di cioccolato. Sono leggeri, spugnosi e creano una dipendenza immediata.
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Allora, ti è venuta fame?
Senti già i crampi allo stomaco per la fame? Hai già iniziato a cercare voli compulsivamente?
Aspetti, si contenga!
Assaggiare questi piatti è una figata atomica, ma farlo nel posto giusto, guidato da chi sa dove scovare le specialità più bone, è un altro livello.
È anche per questo che abbiamo creato il nostro tour di 8 giorni in Marocco. Non ti portiamo solo a vedere posti pazzeschi, ti ci facciamo affondare i denti. Molla Masterchef per un attimo e lanciati a capofitto con noi in un'overdose di bellezza, caos e sapori che non dimenticherai mai.
Con Sto Gran Tour, non visiti un paese. Lo divori.






































































































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