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Salviamo le chiappe alle specie a rischio in Africa (prima che sia troppo tardi)

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L'Africa è una figata pazzesca di animali selvaggi, ma stiamo combinando un casino e alcuni rischiano di salutarci per sempre!

L'Africa è quel continente da urlo che ci ha regalato tipo un quarto di tutte le bestie e le piante del pianeta.

Un vero e proprio party della biodiversità.

Peccato che ultimamente noi umani stiamo mettendo su un disastro deprimente fatto di cambiamenti climatici, deforestazione selvaggia (gli alberi? Dettagli!) e guerre che, come se non bastasse, fanno un macello pure tra gli animali.

E non lo dico io, lo dice la Lista Rossa dell’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN), che è tipo la Bibbia degli animali che stanno per salutarci.

Il Sudafrica, quel posto da cartolina che conosciamo bene, si becca un bel 20° posto nella classifica dei paesi con le specie più a rischio. Applausi, eh?

Ma quali sono 'sti poveri disgraziati che rischiano di diventare un lontano ricordo?

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Rinoceronti: corna da sballo, destino di mer*a

Partiamo subito col botto: il rinoceronte nero.

Originario dell'Africa orientale e meridionale, questo bestione è considerato in "grave pericolo di estinzione".

Sai quanti ne sono rimasti? Appena 6.195.

Praticamente meno di chi sa usare una rotonda in Italia.

E il rinoceronte bianco settentrionale? Qui siamo al dramma cosmico.

Questi qua sono "probabilmente estinti allo stato selvatico". Ne sono rimasti due.

Entrambe femmine: Najin e sua figlia Fatu. Vivono nella riserva di Ol Pejeta Conservancy in Kenya, sotto costante sorveglianza armata.

Capisci che la situation è un tantino complicata per fare cuccioli, a meno che non si inventino un'app di incontri per rinoceronti disperati. Magari beccano l'ultimo maschietto rimasto, chissà.

Gorilla di montagna: King Kong sull'orlo di una crisi di nervi

Passiamo al gorilla di montagna, quel cugino peloso che ti guarda con un'aria interrogativa dalle foreste di Congo, Ruanda e Uganda. Pure lui sta sulla Lista Rossa.

Perché? Bracconieri (sempre loro, ‘sti pezzi de’ fango), perdita di habitat perché ci piace costruire campi da golf ovunque, guerre civili che non aiutano e malattie.

Insomma, un pacchetto completo di sfighe. Questi bestioni meritano di meglio che finire come tappetino per qualche riccone senza scrupoli, non credi?

Ippopotami: il mio grosso grasso pachiderma (quasi fottuto)

E l'ippopotamo? Quel simpatico barilotto anfibio, icona dell'Africa?

Beh, la sua sopravvivenza è appesa a un filo, o meglio, al commercio internazionale delle sue parti: zanne (sì, hanno le zanne, non solo quei dentoni da cartone animato), denti, pelli, teschi e trofei.

Un vero e proprio supermercato dell'orrore. Se continuiamo a farne scempio così, tra poco li vedremo solo nei documentari d'epoca.

Elefanti: orecchie grandi, problemi giganti

Poi c'è l'elefante, il pachiderma che tutti amiamo. Negli anni '70, ce n'erano 1,3 milioni che scorrazzavano felici.

Oggi? Meno di 30.000 in natura. Trentamila!

È come passare da una metropoli a un paesino sperduto sull'Appennino.

Le cause? Il solito mix letale: habitat che sparisce, umani stronzi, (gli distruggiamo casa, loro rimangono senza cibo e mangiano i raccolti con i proprietari che li fanno fuori: un bel circolo vizioso da pirloni) e quel commercio illegale di avorio che fa girare gli zebedei solo a pensarci.

E occhio, perché l'elefante africano della savana è "in pericolo", ma quello delle foreste è direttamente "in pericolo di estinzione". Che culo, eh?

La lista è lunga purtroppo (e non c'è un cacchio da ridere)

E non finisce qui, perché la lista degli animali che rischiano il biglietto di sola andata per l'oblio è più lunga della mia lista della spesa a Natale.

C'è il lupo etiope, col suo mantello rossastro da figo, che è il carnivoro più a rischio d'Africa. Pensa te, l'unico lupo del continente e ce lo stiamo giocando per colpa della distruzione del suo habitat e di malattie infettive trasmesse da altri animali.

Poi il pangolino, quel tenero animaletto squamoso che sembra un carciofo con le zampe. È il mammifero più trafficato al mondo.

Perché? Perché le sue scaglie, secondo qualche genio, avrebbero proprietà magiche. Spoiler: l'unica magia è farli sparire. E sono pure i guardiani della foresta, spazzini di termiti!

E la giraffa? Sì, pure lei sta pian piano calando di numero. Caccia illegale, habitat che si restringe, conflitti con l'uomo... un classicone, insomma.

Persino i pinguini sudafricani, goffi sulla terra ma siluri in acqua, stanno scomparendo. Un calo dell'ottanta percento! Capisci che se soffrono pure i pinguini, l'ecosistema marino è messo male male.

Il ghepardo, l'atleta più veloce del pianeta, ha bisogno di spazi immensi. E noi che facciamo? Gli costruiamo centri commerciali sopra. Ne restano meno di 7.000. Meno di un piccolo stadio.

E il bufalo nero? Quel bestione incazzoso con le corna? Ora sono circa 900.000, ma tra bracconaggio, perdita di habitat e malattie, la vedo grigia.

Infine il leone: la sua criniera ormai è più un bersaglio che un simbolo di potere, grazie al commercio delle sue ossa per farci intrugli pseudo-medicinali in Asia. Ma stiamo scherzando?!

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Basta piagnistei: facciamo qualcosa di concreto!

Lo sapete: Sto Gran Tour ha una passione smisurata per il continente africano e una passione totale, ma totale, per gli animali. Così vero che i nostri due founder, Erica e Gabriele, sono diventati Guide Safari FGASA proprio studiando in Africa, in Botswana! E come loro, un sacco di Capisquadra Sto Gran Tour.

Cosa c’entra questa introduzione per questo viaggio?! L’introduzione è doverosa perché altrimenti non capireste mai quanto siamo entusiasti e orgogliosi di proporvi il nostro primo viaggio di Workshop Safari, in Sudafrica!

Siamo gasati marci nel proporvi per la prima volta un viaggio che è molto di più di un semplice viaggio: vi portiamo in Sudafrica in una vera e propria missione di conservazione, dove il gruppo, la squadra di viaggiatori, effettuerà interventi concreti per la salvaguardia della fauna selvatica e degli ecosistemi.

Insieme all’organizzazione Wilde Track abbiamo studiato questo itinerario di 9 giorni che ci porterà dietro le quinte di operazioni di conservazione solitamente riservate agli addetti ai lavori (che a sto giro, sarete anche voi!).

La nostra squadra sarà attiva nell’intervento di protezione animali insieme a veterinari, ranger e comunità locali, contribuendo direttamente a preservare il delicato equilibrio della natura con interventi pratici nella zona.

Partiremo da Johannesburg e raggiungeremo una Riserva privata dove ci aspetterà il nostro campo tendato, base operativa di questa missione (altro che resort a cinque stelle, qui si fa sul serio!), e tutto il team che coordinerà gli interventi. Sarà un’occasione unica per viaggiare, e allo stesso tempo lasciare un impatto positivo sulla fauna locale.

Trattandosi di attività in stretto contatto con la fauna selvatica e tenendo conto dell'imprevedibilità della natura (le bestie non timbrano il cartellino, eh!), l'itinerario e le attività che ti proponiamo possono essere soggette a variazioni.

C’è bisogno di rinforzi, c’è bisogno di fare qualcosa di utile per supportare e tutelare questi animali pazzeschi.

Chi si unisce?! Dai, stacca il sedere dalla sedia e PRENOTA ORA il tuo posto per il Workshop di Conservazione in Sudafrica con Sto Gran Tour! Non te ne pentirai, e gli animali ti ringrazieranno (a modo loro, magari con un bel ruggito, o un rutto, di approvazione!).

Ti aspettiamo!

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