

È il classico posto dove vai per “qualche giorno” e ti ritrovi a fare yoga con le scimmie urlatrici o a grigliare marshmallow su un vulcano
Hai presente quei viaggi che ti ribaltano come una frittata e ti fanno tornare a casa con il cervello in modalità wow permanente?
Ecco, il Guatemala è uno di quelli!
Ti guarda negli occhi, ti fa l’occhiolino e ti dice: “Dai, vediamo se riesci a starmi dietro”.
Ti ritrovi tra vulcani che sbuffano e borbottano come draghi a dieta, rovine Maya che ti fissano da secoli, giungle che ti abbracciano con l’entusiasmo di un parente ubriaco al matrimonio e laghi così belli che ti viene voglia di tuffarti coi vestiti addosso.
Ogni giorno è un colpo di scena, ogni angolo un set perfetto per una storia assurda da raccontare agli amici.
Il Guatemala non si visita, si gode con un sorriso enorme e un mojito in mano.
Quindi tieniti forte, perché stiamo per scoprire 5 esperienze che ti faranno dire solo una cosa: “Porcaccia miseria, ma perché non ci sono venut* prima?”.
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1. Antigua Guatemala: la città ruba-cuori!
Antigua è tipo quella persona che incontri per caso e dopo cinque minuti pensi: “Ok, mi sa che mi sto innamorando”.
È un gioiellino coloniale piazzato in mezzo a tre vulcani enormi che se ne stanno lì, belli e dannati, come a dire: "Aò, semo li mejo!"
Ogni strada è un mosaico di pietre sconnesse e colori sparati tipo il ciuffo di Malgioglio: gialli che accecano, azzurri che ti fanno venire voglia di berli, rosa che sembrano usciti dal film di Barbie.
Antigua non si visita: ti risucchia. Arrivi pensando di fermarti due giorni e ti ritrovi dopo una settimana a ballare la salsa con i giaguari, a parlare di caffè come fossi espert* di arabica e a chiederti se per caso non sarebbe meglio mollare tutto e aprire un chiringuito di smoothie.
È piena di backpacker (cioè quelli come te, con lo zaino in spalla e una quantità esagerata di entusiasmo), artisti, studenti di spagnolo e anime smarrite che si sono innamorate del posto e non sono mai più ripartite.
La chicca imperdibile: sali fino al Cerro de la Cruz. Sì, ti verrà voglia di gridare tipo scimmia urlatrice, specie a metà salita, ma quando arrivi su ti passa tutto:
Antigua ti si stende davanti come una cartolina troppo perfetta per essere vera, col Volcán de Agua che troneggia sullo sfondo come un dio azteco appena sveglio.
2. I vulcani: i padroni di casa un po' rompiballe
In Guatemala le montagne non sono solo montagne. Sono vulcani, mortacci loro!
E non sono lì a fare da soprammobile. Sono i padroni di casa, giganti con la gastrite cronica che borbottano e sbuffano per ricordarti chi comanda.
Ti guardano dall'alto come a dire: "Aò, semo li mejo" con una voce tipo Califano.
E sai che c'è? È una figata pazzesca.
Tutta la tua ansia per la mail a cui non hai risposto? Sparita.
Hai due scelte, nessuna sbagliata:
- La modalità bradipo-contemplativo: ti schiaffi in un bar vista lago, ordini una birra più fredda del cuore del tuo commercialista e te li godi da lontano. Applausi scroscianti, scelta di classe.
- La modalità "amo-soffrire-ma-poi-posto-la-foto": te ne spari almeno uno a piedi. Il Pacaya è un piromane. Un vulcano attivo dove ti arrostisci i marshmallow sulla lava. Non sto scherzando. Portati i dolcetti. Il Tajumulco è quello che si vanta di essere il più alto di tutti: una salita che ti farà bestemmiare in sette lingue (molte di queste inventate), ma la vista da lassù ti ripaga di ogni goccia di sudore. Infine c'è il San Pedro, il fighetto che si specchia nell'Atitlán. Qualunque cosa tu faccia, torni a valle con i polpacci che implorano pietà e l'ego ridotto a un francobollo.
3. Lago de Atitlán: uno specchio d'acqua stile Woodstock anni '60
Ok, mettiamo in chiaro una cosa: il Lago de Atitlán mica è solo un lago. È un portale per un'altra dimensione. Un buco blu così intenso da sembrare finto, schiaffato in un cratere e circondato da vulcani e villaggi, ognuno più fuori di testa dell'altro.
C'è Santiago Atitlán, un concentrato di cultura Maya così autentica che ti senti tu l'alieno. E poi c'è San Marcos, la Disneyland degli hippy. La capitale mondiale del frullato alla spirulina, della gente che ti chiede di che colore è la tua aura e dei corsi per imparare a parlare con i cristalli. Un posto dove entri per un caffè e rischi di uscire a piedi nudi con un nome tipo "Stella di Luna".
L'Atitlán ti frega. Ti ipnotizza con la sua bellezza assurda. Arrivi pensando di starci due giorni e finisci a vendere braccialetti fatti a mano per pagarti l'affitto di un'amaca. Non dire che non ti avevo avvisato.
4. Chichicastenango: il mercato dove il tuo cervello va in crash
Ti presento "Chichi", almeno così la chiamano gli amici. Due volte a settimana, questo posto si trasforma in un frullatore impazzito di colori, odori e suoni.
Il mercato è un labirinto dove ti perdi dopo tre secondi, tra bancarelle di tessuti che ti accecano, maschere di legno che ti guardano male, polli che non sembrano felici della situazione e pozioni magiche di dubbia provenienza.
Ma la vera botta è vedere gli sciamani che fanno i loro rituali Maya sui gradini di una chiesa cattolica, mischiando incenso, preghiere e Coca-Cola in un cocktail spirituale che ti manda il cervello in pappa.
Ne esci con le narici piene di copal (resina simile all'ambra, usata negli incensi), la testa che gira e uno zaino carico di cose di cui non avevi assolutamente bisogno ma che ORA sono vitali per la tua esistenza.
5. Tikal: ti kali nella giungla che si divorò un impero
Lascia perdere le rovine pettinate da museo con le cordicelle e i cartelli "non toccare". Qui sei in pieno "scappa che la giungla te se magna".
Per arrivare alle piramidi di Tikal devi farti strada in una foresta che è viva, sudata e incacchiata.
Le scimmie urlatrici ti insultano dagli alberi, i tucani ti sfrecciano sulla testa tipo pirati della strada e l'umidità ti si appiccica addosso come una mamma troppo apprensiva.
E poi, all'improvviso, eccole. Piramidi che spuntano dalla vegetazione come iceberg di pietra. Grattacieli costruiti secoli fa (prima dell'edilizia acrobatica) da gente che, evidentemente, non soffriva di vertigini.
Salire lassù, guardare un oceano di alberi a perdita d'occhio e sentire solo i suoni della giungla ti fa capire quanto casino inutile facciamo ogni giorno.
La mossa più figa: alzati quando fuori è ancora buio e scala il Tempio IV. Vedere l'alba da lì, con le punte delle altre piramidi, aguzze come i capelli di Bart Simpson, che bucano la nebbia, è PAZZESCO.
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Parti con noi: diventerai Guate-malato di Guatemala!
La senti quella vocina che ti dice "molla tutto e parti"?
Il Guatemala è pazzesco ma può scatenare una dolce, confortevole febbre. Tenere lontano dalla portata di pigron* e noioson*...
Allora, dai: unisciti a tanti guate-malati come te!
Abbiamo messo in piedi un viaggio che non è un viaggio. È un frullato di adrenalina, polvere e sale marino. È il nostro Viaggio di gruppo in Guatemala e Belize di 15 giorni.
Sì, hai capito bene. Prima ci prendiamo a schiaffi con tutta la potenza del Guatemala: vulcani che ti ruttano in faccia, rovine Maya che ti raccontano storie da brividi e laghi così assurdi da sembrare finti.
Poi, quando pensi di aver visto tutto, facciamo il colpo di scena: ti scaraventiamo in Belize. Mare trasparente, isole dove le scarpe sono un optional e l'unica regola è "go slow".
E sì, squali che ti nuotano accanto (ok, sono squali nutrice, non ti mangiano, ma è comunque figo da raccontare).
Ci muoveremo in bus, in tuk-tuk, in self-drive. Saremo liberi, senza orari da timbrare, con quello spirito selvaggio che piace a noi. E che, se sei qui a leggere, piace un casino anche a te!


































































































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