

Into the Wild: la ribellione di Chris McCandless
Questo è l’autoscatto più famoso di Christopher Johnson McCandless, un giovane viaggiatore statunitense e ribellione esistenziale che all’inizio degli anni novanta, dopo aver preso una laurea a pieni voti, decide di donare i suoi soldi in beneficenza, bruciare tutti i suoi documenti e sparire dalla circolazione per mettersi sulla strada e viaggiare come vagabondo nell’America dell’ovest verso la sua destinazione finale: l’Alaska.
È qui che trascorse gli ultimi 112 giorni della sua vita, abitando in un autobus abbandonato soprannominato da lui Magic Bus. Venne ritrovato morto da due cacciatori all’interno del Magic Bus nell’agosto del 1992. Assieme a lui furono trovati diversi oggetti di cui si era servito per sopravvivere, i suoi appunti, una macchina fotografica con questo autoscatto e alcuni libri di Tolstoj, London e Thoreau.
Quali sono i messaggi che questa vicenda, che questo film vogliono trasmettere? Abbiamo provato a darne una nostra interpretazione. Leggete un po’ qua...
Il coraggio della rinuncia
Nel mondo occidentale, materialista per eccellenza, una persona cresciuta in un contesto di benessere come Chris che sceglie di fare il vagabondo può agli occhi di tanti sembrare un pazzo. Bé, impossibile pensare il contrario! In realtà pensiamo che il gesto di Chris rappresenti il coraggio della rinuncia. Il ragazzo inizia a sviluppare la sua coscienza critica verso la modernità, al punto da rifiutare la sua famiglia e soprattutto l’idea che rappresenta, ovvero quella di una società fondamentalmente ingiusta che non tende la mano ai più deboli, anzi si accanisce. Non è forse coraggioso rifiutare il contesto in cui sei nato, per sposare la tua causa personale? In quanti lo farebbero?
Alexander Supertramp: ricerca, ribellione e rinascita
Il primo atto della ribellione di Christopher è quello di trovarsi un nuovo nome, Alexander Supertramp (“Alexander grosso barbone”) che in qualche modo segna una rinascita all’insegna della libertà totale da qualunque cosa materiale e da ogni schema e programma, che avrebbe altrimenti limitato la sua. Alexander compie questo viaggio per trovare la verità, l’autenticità perduta dell’essere umano, ma non in un’ottica anti-sociale.
La felicità è reale solo se condivisa
Il fatto che Alex intraprenda da solo il suo viaggio non fa di lui un eremita, anzi, il contrario. I personaggi che incontra durante il percorso e il legame che instaura con ognuno di essi indicano la voglia di costruire rapporti umani. Il messaggio finale su questo è molto chiaro: “happiness only real when shared”, la felicità è reale solo se condivisa.
Into The Wild ci ha aiutato a concepire il viaggio on the road a cui eravamo abituati in modo diverso ed esperienziale. Il viaggio inizia ad essere visto come un vero e proprio strumento autoeducativo, di crescita personale, di realizzazione personale. Il film poi ci lascia un ultimo messaggio, fondamentale: happiness only real when shared: la felicità è reale solo se condivisa.
Si rimane a bocca aperta guardando questo film e ascoltando questa storia. Si inizia a fantasticare sulle nostre sfide, sulle nostre ricerche personali, insomma… su un’Alaska tutta nostra.
E se leggendo questa storia vi è venuta voglia di evadere, vi è venuta voglia di sognare mete lontane nella natura incontaminata... date un'occhiata al nostro VIAGGIO AVVENTURA IN ALASKA. Non ve ne pentirete!