

Scopri come mai questi pazzi furiosi sudano sette branchie per risalire i fiumi
L'altra sera ero lì che mi sbranavo un po' di sushi e dal niente mi è balenata questa domanda: ma perché cavolo i salmoni nuotano controcorrente? Pensa a quanto dev'essere faticoso!
Passano la vita a nuotare tranquilli nell’oceano, a rimpinzarsi di plancton e a farsi i cavolacci propri, e poi, di punto in bianco, gli parte la brocca e decidono di farsi una maratona controcorrente, risalendo fiumi impetuosi come se non ci fosse un domani.
Ma sono scemi? E, soprattutto, chi diavolo glielo fa fare?
Per dare una risposta, andiamo a ficcare il naso nella vita dei salmoni, per capire perché, invece di starsene a mollo nell’acqua salata a farsi il pesciluvio, preferiscono farsi un mazzo tanto in un viaggio suicida verso le sorgenti dei fiumi. Preparati, perché la storia è più assurda di quello che pensi!
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Anadroma: la parola difficile che spiega ‘sta follia
Ma perché ‘sti salmoni fanno ‘sto casino? La risposta sta in una parola complicata che attorciglia la lingua: anadroma, la migrazione dei pesci.
Praticamente, “anadromo” vuol dire che il salmone nasce e cresce in acqua dolce, poi se ne va a fare la bella vita nell’acqua salata dell’oceano, e infine, quando è ora di riprodursi, ritorna nel fiume dove è nato.
Un po’ come quell* che scappano dal paesino per spassarsela in città, dove nessuno li conosce e nessuno può spettegolare su di loro... E poi, quando hanno i capelli bianchi, tornano al paesello a godersi la pensioncina e fare quello che fanno gli anziani: giocare a bocce e fare il toto-morto sui compaesani.
Solo che i salmoni, invece di tornare a giocare a carte al bar, tornano per diventare genitori.
Ed è questo che ci interessa! Perché per tornare a casa devono farsi una faticaccia assurda.
Ma perché tutto ‘sto casino? Perché non farlo comodamente in mare come fanno tutti i pesci normali?
Sesso selvaggio e acque dolci: il segreto dei salmoni
Il motivo è semplice, ma mica tanto: i salmoni hanno bisogno dell’acqua dolce per far nascere i loro piccoli. Eh sì, perché le uova di salmone sono delicate come i cristalli di Boemia e hanno bisogno di un’acqua dolce, fresca e ben ossigenata per schiudersi e far nascere i salmoncini.
L’acqua salata del mare, invece, sarebbe troppo aggressiva per ‘sti embrioncini delicati.
Ta-dan! Ecco il mistero svelato!
Quindi, per dare alla luce i loro pargoli, i salmoni devono per forza tornare nei fiumi dove sono nati. E non importa se devono farsi chilometri e chilometri controcorrente, saltando cascate e lottando contro le rapide e contro gli orsi che li attendono a fauci spalancate.
L’istinto di riproduzione è più forte di qualsiasi altra cosa, anche della fatica e dei pericoli che li attendono.
Un viaggio della speranza tra sesso e morte che neanche in un thriller di Hollywood!
E che viaggio, porca paletta!
Alcuni salmoni si fanno delle vere e proprie odissee, risalendo fiumi per quasi 5000 chilometri! Praticamente, come farsi una nuotata da Roma a Mosca.
E non solo devono nuotare controcorrente, ma devono farlo senza mangiare un cacchio! Durante ‘sto viaggio suicida, i salmoni non si nutrono, vivono solo delle riserve di grasso accumulate durante la loro vita oceanica. Praticamente, come andare in Erasmus a Barcellona e vivere di aria e sangria.
Tutta ‘sta fatica è per un unico scopo: arrivare al posto giusto per fare sesso e deporre le uova. Le femmine, manco fossero delle macchine sforna-prole, arrivano a deporre fino a 2000 uova per ogni chilo di peso! Una roba da far impallidire una coniglia!
E i maschi, ovviamente, sono lì pronti a spargere il loro seme per fecondare ‘sta montagna di uova.
Dopo il bordello, il diluvio universale (di salmoni morti)
Ma la storia non finisce qui. Dopo aver fatto sesso selvaggio e aver deposto le uova, i salmoni sono completamente sfiniti, svuotati di ogni energia. Hanno speso tutte le loro forze per ‘sto viaggio allucinante e per la riproduzione.
E indovina un po’? Muoiono!
Eh sì, i salmoni, dopo aver fatto i genitori, tirano le pinne. Un finale del cavolo, diciamocelo chiaro.
Stremati e senza più forze, si lasciano trasportare dalla corrente verso il mare, ma stavolta in senso opposto. Peccato che, in ‘ste condizioni pietose, diventa facilissimo per i predatori acciuffarli. Orsi, aquile, foche, gabbiani, tutti quanti fanno a gara per accaparrarsi un pezzo di pesce.
E molti salmoni, esausti, finiscono spiaggiati sulle rive dei fiumi, a seccare al sole come baccalà. Una vera carneficina…
Una vita di cacca, ma utile all’ecosistema
Insomma, la vita del salmone è così! Nasce in un fiume, cresce nell’oceano, si fa un culo tanto per tornare a casa, fa sesso, sforna figli e poi muore.
Tutto ‘sto casino per cosa? Per garantire la sopravvivenza della specie, certo, ma anche per nutrire un sacco di altri animali.
I salmoni morti, infatti, diventano un vero e proprio banchetto per l’ecosistema fluviale e costiero. I loro corpi in decomposizione rilasciano nutrienti preziosi che fertilizzano le acque e nutrono le piante e gli altri animali.
Quindi, la prossima volta che ti chiedi perché i salmoni nuotano controcorrente, ricordati che lo fanno per amore dei loro figli, per istinto di sopravvivenza e, in fondo in fondo, anche per fare un favore all’ambiente.
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Rendi onore ai salmoni eroi, vieni a trovarli in Alaska!
Se tutta ‘sta storia dei salmoni ti ha incuriosit* (e un po’ intristit*) e vuoi andare di persona nei luoghi dove si svolge la loro odissea, l’Alaska è il paese per te.
Ci trovi ben cinque tipi diversi di salmone selvaggio, tutti nati negli stessi fiumi cristallini e tutti pronti a farsi un culo quadrato per tornare a casa.
Ti portiamo a vedere con i tuoi occhi ‘sti eroi branchiati che si distruggono per risalire i fiumi. Faremo trekking nei posti più fighi dell’Alaska, dal Denali National Park ai fiordi del Golfo, dove potrai avvistare balene a gogò. E poi, andremo alle Russian River Falls, un posto dove gli orsi si abbuffano di salmoni come se non ci fosse un domani.
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