

Dalla Grande Migrazione ai mercati di Zanzibar, passando per grigliate epiche e crateri pieni di leoni: un viaggio che ti resetterà il cervello!
Sogni un'esperienza che ti shackeri dalla testa ai piedi?
La Tanzania ti sta chiamando a gran voce e non accetta un "no" come risposta!
Stiamo parlando di un frullato di natura selvaggia, spiagge abbaglianti e cibo che ti fa dimenticare il tuo nome.
Quindi, molla il telecomando, perché sto per sganciarti 4 siluri di motivi per cui la Tanzania deve essere il tuo prossimo viaggio, tra tre, due, uno...
1. Il Serengeti e la Grande Migrazione: un'orda di gnu che neanche al Black Friday
Partiamo subito col botto, okay?
Il Parco Nazionale del Serengeti. "Pianura sconfinata" in lingua masai, e non scherziamo, è una roba talmente vasta che ti perdi solo a guardare l'orizzonte.
E che orizzonte! Stiamo parlando di 14.763 km² di savana che sembra disegnata da un dio particolarmente ispirato.
È Patrimonio UNESCO (mica pizza, fichi e gnu), ed è il cuore del "Circuito safari del nord", un poker d'assi che include pure chicche come il Lago Manyara, il Tarangire, Arusha e la mitica Ngorongoro (ci arriviamo, calma!).
Ma la vera figata atomica del Serengeti, quella per cui la gente impazzisce, è la Grande Migrazione degli Gnu.
Immaginati tipo due milioni – DUE MILIONI, hai letto bene! – di gnu, più zebre e gazzelle varie, che si fanno un viaggetto in circolo, cercando erba fresca e acqua.
È uno spettacolo che dura 12 mesi, ma se vuoi il top del top, devi puntare a due momenti clou:
- Da dicembre a marzo le pianure di Ndutu si trasformano in una nursery a cielo aperto. Cuccioli di gnu a go-go da far intenerire anche il più cinghiale tra noi!;
- Da luglio a settembre il delirio totale! L'attraversamento del fiume Mara. Gnu che si buttano in acqua sfidando coccodrilli incazzati neri (daje, gnu!) e correnti che ti porterebbero via anche le sopracciglia dalla faccia.
2. Il paradiso delle spiagge zanzibarian... zanzibaresch... di Zanzibar! (E non solo quelle)
Okay, hai visto leoni, elefanti e gnu che fanno cose da gnu.
Adesso ti meriti un po' di sano fancazzismo su spiagge che sembrano finte tanto son belle.
E quando dici Tanzania e spiagge, dici Zanzibar!
Quest'isola è la regina indiscussa del chill. Sabbia bianca che acceca, acque turchesi che ti implorano di tuffarti, e un centro storico, Stone Town, che è un labirinto di vicoli e profumi speziati da mille e una notte.
Vuoi fare snorkeling? Certo. Immersioni? Ovvio. Nuotare con i delfini? Ma te lo devo pure dire?
Ma aspetta, perché Zanzibar (che poi il suo vero nome è Unguja, deve essere stata fondata da calabresi) è solo l’antipasto!
Nell'arcipelago infatti trovi anche Mafia Island (non aspettarti coppole di lino e lupare Super Liquidator), un angolo di paradiso che se non fosse per il nome inquietante sarebbe già invaso (non dall'FBI!).
Poi c'è Pemba, con piantagioni di chiodi di garofano e cocco che ti mandano KO dalla goduria olfattiva.
E non dimentichiamoci della costa continentale: Dar Es Salaam (la città principale, un casino affascinante), Bagamoyo di fronte a Zanzibar, e Pangani, più a nord, meno conosciuta, meno affollata, con sabbia da sogno e resort tranquilli dove l'unico rumore è quello delle onde (e dei pesci che russano).
Insomma, se cerchi un posto dove il tuo unico problema sarà scegliere quale cocktail sorseggiare al tramonto, hai fatto bingo!
3. Il Cratere Ngorongoro: un buco talmente pazzesco che ci hanno fatto un parco!
Tieniti pront*, perché il Cratere Ngorongoro è una roba che ti fa dubitare delle leggi della fisica.
Immagina una montagna che era più alta del Kilimangiaro. Poi, un bel giorno, BOOM!
Un'eruzione vulcanica talmente potente da farla collassare su se stessa, creando una caldera, un "buco" di circa 100 chilometri quadrati.
Nei milioni di anni successivi, questo cratere si è trasformato in un Eden. Pozze d'acqua dolce, vegetazione fittissima e una quantità di animali selvatici che manco te la sogni.
Oggi, dentro 'sto catino ci vivono più di 25.000 bestie, inclusi 55-65 branchi di leoni!
Capito? Una delle più alte densità di leoni del pianeta! (Non proprio il posto ideale se sei una zebra...).
E non è finita! Oltre agli animali, il cratere ha attirato anche i Masai, che pascolano lì le loro mandrie. Quindi, mentre guidi, ti capiterà di incrociare questi guerrieri fieri e coloratissimi.
Nel 1979 è diventato Patrimonio UNESCO, perché un posto così è da proteggere come le ricette della nonna. Se dovessi scegliere un solo posto per un safari (anche se tecnicamente è un'area di conservazione, il che significa che i Masai ci possono vivere, giustamente), sarebbe questo.
Qui, con un po' di culo cosmico, puoi avvistare il rinoceronte nero, una rarità assoluta. Dei circa 5000 rimasti al mondo, una trentina scorrazzano felici qui dentro.
E, ciliegina sulla torta tanzanina, all'interno dell'area c'è la Gola di Olduvai, dove furono ritrovate le tracce dell'Homo habilis, il nostro antenato di 2 milioni di anni fa.
Praticamente, la culla dell'umanità con vista leoni. Non male, eh?
Periodo migliore? Da maggio a ottobre, quando fa secco e gli animali si mettono in posa vicino all'acqua.
4. Il cibo tanzaniano: un orgasmo gastronomico senza filtri
Dopo tutte queste emozioni, ti sarà venuta una fame da gnu, no?
E qui la Tanzania tira fuori un altro asso dalla manica: il cibo! Roba che ti fa dimenticare la dieta e ti fa venire voglia di abbracciare il cuoco.
Qualche esempio?
- Ugali, la polenta bianca di mais, il pane quotidiano. La servono con carne, pesce, verdure stufate. La cosa migliore? Si mangia con le mani! Prendi un pezzetto, lo appallottoli e lo pucci nello stufato;
- Pilau, riso speziato da svenimento, con pollo, manzo o verdure, arricchito con latte di cocco, cannella, chiodi di garofano. Spesso è accompagnato dal Chapati, una focaccia integrale che crea dipendenza;
- Carne al barbecue (Nyama Choma / Kuku Choma), per le strade di Arusha o Dar Es Salaam, l'aria profuma di grigliata. Pollo (kuku) o manzo (nyama) arrostiti alla perfezione, speziati e serviti con verdure o le mitiche "chipsi" (patatine fritte). Semplice e celestiale;
- Pweza wa nazi (Zanzibar style), polpo bollito nel latte di cocco con curry, cannella, cardamomo, aglio e lime. Se questo non è amore, non so cosa sia;
- Kachumbari, un'insalata fresca e croccante con pomodori, peperoncino, cipolle, lime. Il contorno perfetto per sgrassare la bocca e far la figura dei salutisti (ma senza rinunciare al gusto);
- Frutta da paura, mango, ananas, papaya, banane (le Ndizi, anche fritte come Ndizi Kaanga, una droga!). Fresca, succosa, come un defibrillatore sulle papille gustative.
Ed ecco il podio dei dolci, mica mi stavo dimenticando:
- Vitumbua, dolcetti di riso fritti, da mangiare col tè Chai speziato;
- Mandazi (dì che ti manda zio), ciambelline fritte, a volte ripiene, a volte speziate al cocco. Pericolosissime;
- Spice Cake (non la sesta Spice Girl), una frolla con cannella, chiodi di garofano, noce moscata e cioccolato. Sto piangendo di gioia solo a scriverlo.
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Preparati al delirio tanzaniano (versione all-inclusive di risate)!
Senti, te l'ho dipinta in tutti i modi. La Tanzania è un'esperienza che ti segna, ti cambia, ti fa tornare a casa con gli occhi pieni di meraviglia e la pancia piena di cose buone.
È un casino meraviglioso, un frullato di emozioni forti, risate, polvere e pura, incontenibile gioia.
Che aspetti?
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