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Perchè gli animali migrano?

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Perchè gli animali migrano?

Prima di capire perchè gli anmali migrano, partiamo dall'inizio, e quindi dal chiederci "Che cosa è una migrazione?!". Non è facile definire il fenomeno della migrazione, perchè ha davvero tante variabili da tenere in considerazione. Ma sintesi, si può definire la migrazione come uno spostamento periodico di una popolazione (o una sua parte) tra specifiche zone in cui si hanno condizioni ambientali favorevoli differenti a seconda del periodo. 
Gli animali che più notoriamente migrano sono gli uccelli, ma il fenomeno della migrazione è in realtà diffuso in grand parte del mondo animale, tra questi in particolare modo i mammiferi. Generalmente la migrazione avviene in massa, ma può anche verificarsi singolarmente! Può verificarsi tutti i giorni od ogni anno, durando settimane o mesi, regolata in modi diversi a seconda dell’organismo. 

 

 

La migrazione in genere è una risposta adattativa ai cambiamenti stagionali o geografici che comportano variazioni delle risorse. L’animale, migrando, si sposta da un ambiente diventato ormai ostile ad un ambiente che gli consente di sopravvivere con maggiori probabilità. Questo è dovuto a fattori che variano a seconda della specie.

I principali significati biologici della migrazione sono due:

1) Maggiore disponibilità delle risorse: un esempio si può osservare in Africa, con la grande migrazione di gnu, zebre e gazzelle. Della Grande Migrazione in Tanzania ne parliamo in questo articolo, nel caso voleste dare un'occhiata! Si tratta di una migrazione spettacolare, dove a milioni, ogni anno, questi animali migrano a nord nella stagione secca a causa della diminuzione della disponibilità di acqua. È alla ricerca di fonti idriche che queste specie si spostano, per poi tornare a sud durante la stagione delle piogge che rifornisce i bacini africani.
2) Presenza di climi più favorevoli: molti animali migrano verso habitat ottimali per il compimento del ciclo vitale, come nel caso delle tartarughe marine, o per evitare cambiamenti stagionali verificatisi nell’area di origine che comprometterebbero la loro sopravvivenza. È il caso degli uccelli migratori che svernano. 
Altri possibili vantaggi della migrazione sono ad esempio l’evitamento dei predatori.

È interessante poi sapere che una stessa specie può effettuare una migrazione con diversi scopi! Ad esempio, sapevate che le aringhe (sì, pure le aringhe migrano!) si spostano fra aree di accoppiamento, di nutrimento e di svernamento?

Nel grande mondo delle migrazioni, si riconoscono dei comportamenti comuni tra tutti gli animali:
1) Periodicità: la migrazione si verifica in modo sempre simile. In genere, infatti, è sincronizzata con i cambiamenti ambientali e si verifica da una precisa area, in cui si ha un declino delle risorse, a un’altra.
2) Direzionalità: esistono percorsi precisi, generalmente lineari, seguiti dall’individuo durante la migrazione. 
3) Disattivazione stimoli: alcuni animali disattivano alcune risposte comportamentali, che li “distrarrebbero” dalla migrazione. 
4) Riserve energetiche: questi lunghi viaggi, infatti, sono molto dispendiosi in termini di energia: talvolta gli animali esauriscono le forza, morendo, prima di giungere a destinazione. Per questo è fondamentale che gli animali si predispongano al viaggio con alcuni adattamenti, ad esempio nutrendosi più del solito (iperfagia) e allenandosi per esercitare i muscoli.


Come si orientano gli animali quando migrano?

Le modalità di orientamento possono essere innate o apprese. Gli animali migratori si orientano nei modi più svariati e in genere usufruiscono di diverse modalità di orientamento in contemporanea. Possono sfruttare mappe cognitive, landmark, stelle, polarizzazione della luce solare, campo magnetico terrestre (come abbiamo visto nella lezione sull’orientamento animale).

Alcuni sfruttano l’olfatto, come i salmoni rossi. Questi animali sono anadromi: nascono in un fiume, si spostano verso i mari dove trascorrono la maggior parte della vita e poi tornano nel corso d’acqua di origine per riprodursi e morire. Durante la risalita dei fiumi, dodici dei loro geni vengono espressi, dando loro una capacità di discernimento degli odori di molto superiore al normale. Questo consente loro di riconoscere l’odore del fiume in cui sono nati e al quale sono diretti. Non appena giungono a destinazione, l’espressione di questi geni si riduce, e di conseguenza la capacità olfattiva dei pesci.
 

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