Ti sei perso la puntata di Superquark sul deserto del Namib? Rimediamo noi
Lo sappiamo cosa ti starai chiedendo: cosa ci sarà mai da dire su un deserto?
Beh, su quello del Namib ce n'è tanto, ma davvero tanto e noi vogliamo raccontartelo.
Anche perché lo sappiamo bene che pensavi di esserne uscito da quel vortice di lezioni pallose e ore a fissare la lancetta dell'orologio che si avvicinava gradualmente al momento della campanella quando stavi sui banchi di scuola. E invece no, sei cascato male con noi! Mwahahahahaha.
In questo articolo ti racconteremo alcune cose interessanti sulla storia del deserto del Namib, uno dei luoghi che più amiamo visitare nel corso dei nostri tour, per il quale abbiamo un vero e proprio debole.
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L'angolo della divulgazione: beccati 'sto spiegone
Il deserto del Namib è un capolavoro della natura vecchio di milioni di anni, una vera e propria reliquia geologica. Questo enorme 'tappeto' di rocce e sabbia, che si estende lungo la costa atlantica dell'Africa meridionale e attraversa Angola, Namibia e Sud Africa, è considerato uno dei deserti più antichi del mondo.
Immagina che quando il Namib stava formando le sue prime dune, i dinosauri erano ancora i padroni del pianeta!
Ma come si è formato questo gigante sabbioso?
Te lo spieghiamo in due parole e ti evitiamo un pippone astronomico da professori di geologia.
Milioni di anni fa, movimenti della crosta terrestre e cambiamenti climatici hanno trasformato questa regione in un ambiente aridissimo, dando vita a questo deserto dai colori vivaci. Le sue dune, famose per il loro colore arancione brillante, sono un risultato diretto della presenza di ferro nel terreno, che ossida e dona loro quella tonalità unica.
E nulla, ti abbiamo risparmiato un ko tecnico da lezioncina di scienze della terra. Prego.
Clima e fauna del Namib: c'è chi beve dalla borraccia e chi... non lo immaginerai mai
Il clima del deserto del Namib è tipicamente desertico (ma chi l'avrebbe mai detto...).
Le temperature sulla costa si aggirano tra i 14° e i 20° C in estate e tra i 9° e i 14° C in inverno: perfetto per chi non ama troppo il caldo torrido, ma vuole comunque vantarsi di aver visitato un deserto. E, proprio qui nelle zone marittime, si presenta un fenomeno fighissimo: enormi banchi di nebbia che si formano nell'Oceano Atlantico e si spostano nell'entroterra, fornendo alle specie animali e vegetali della zona l'umidità di cui hanno bisogno per sopravvivere in un ambiente così arido.
Poi addentrandosi nel deserto vero e proprio le cose cambiano e la frescura costiera lascia spazio a temperature allucinanti che possono tranquillamente superare i 45°C! Sauna finlandese spostati proprio. E siccome non c'è fine ai mille modi che il clima inventa per far soffrire gli sprovveduti, di notte la temperatura precipita arrivando perfino a scendere sotto lo zero in alcuni periodi dell'anno.
Essendo un luogo estremamente arido, ovviamente nel Namib le piogge sono praticamente assenti e, più che in millimetri, le potremmo contare in gocce.
Insomma, un posto estremamente inospitale, non credi? Più inospitale del divano ancora incellofanato di tua zia che continua a lasciare così in modo che nessuno si sieda e lo stropicci.
Eppure, nonostante questo, il Namib ospita diverse specie animali che hanno deciso di fare il dito medio al clima torrido e secco e di adattarsi come meglio potevano alla situazione. Ed è così che nel deserto del Namib ci puoi trovare tipo leoni, cavalli, lucertole e insetti di tutti i tipi. Tra questi ultimi c'è perfino un coleottero che ha trovato il modo di sopravvivere all'ambiente arido così: in pratica, si tiene sempre in una posizione per la quale l'addome risulta più in alto rispetto alla 'bocca' (sì, anche i coleotteri hanno una bocca). In questo modo, la nebbia che proviene dall'Oceano si condensa sul suo corpo e scorre dall'addome fino alla bocca stessa, consentendogli di idratarsi.
Lo sappiamo, fa un po' schifo immaginarsi questa cosa, però è davvero una curiosità figa, non pensi?
La storia umana del Namib, dalle pitture rupestri al colonialismo demm...da
Il nome Namib deriva dalla lingua (pronti? Pronunciamolo assieme tutto d'un fiato) Khoekhoegowab e significa 'luogo vasto'.
Nel corso della sua storia è stato testimone dell'avvicendarsi di numerose culture e popolazioni, ciascuna delle quali ha lasciato la propria impronta sul luogo: il deserto ha visto il passaggio dei Nama, dei Damara e dei San, noti per le loro abilità di caccia e le pitture rupestri, delle quali un esempio spettacolare si trova a Twyfelfontein, un nome assurdo dato dai colonizzatori olandesi.
Eh già, pure qui siamo arrivati noi stronzi europei a stronzeggiare e a impadronirci del territorio e delle sue risorse, una triste parte della storia della Namibia che è ben rappresentata da Kolmanskop.
Quest'ultima è una cittadina abbandonata sorta all'inizio del novecento in seguito alla scoperta di giacimenti di diamanti nella zona. Da buoni avvoltoi noi europei ci siamo lanciati nello sfruttamento dei giacimenti, costruendo una piccola città che è stata abbandonata definitivamente dopo la seconda guerra mondiale e che oggi risulta parzialmente ricoperta dalla sabbia.
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In conclusione
E così giungiamo alla fine di questo viaggio sabbioso attraverso il Namib, un deserto che non smette mai di stupire per il suo clima, la sua fauna e la sua storia, da quella antica e incisa sulle rocce a quella ingloriosa del colonialismo.
Dopo questo primo approccio, che ne dici di approfondire la conoscenza di questo deserto e di tutto il meraviglioso ecosistema della Namibia in un itinerario di 13 giorni in self drive con dei mega jipponi 4x4?
Una gran figata!
Noi ci prepariamo alla prossima partenza. Tu prepara tutto e prenota un posto per partire in Namibia con Sto Gran Tour!