

Tra barche sgangherate, vino di riso esplosivo e nasi assurdi, ogni giorno è una nuova puntata della serie “Che cacchio sto vedendo?”
Hai mai sentito parlare del Borneo?
È la terza isola più grande del mondo, un bestione verde smeraldo sputato in mezzo al sud-est asiatico. Un posto selvaggio e primordiale.
Parliamo di una foresta pluviale che è l'equivalente di un intero continente di biodiversità, l’unico posto sulla Terra dove puoi beccare un orango (che in malese significa "uomo della foresta", per la serie se non lo sapevi sapevilo) che ti guarda con la stessa espressione del tuo capo quando arrivi in ritardo il lunedì.
Un viaggio nel Borneo non è una vacanza, è un mega-aggiornamento dell'anima, specialmente se ci vieni con noi.
Ti ho messo la pulce nell'orecchio? Allora vedi che popò di roba potrai vedere qui...
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Kuching: la città dei gatti nata da un equivoco colossale
Il nostro delirio inizia da Kuching, la capitale del Sarawak Malese.
Una città super-rilassata, ma non farti ingannare dall’atmosfera tranquilla, perché Kuching è più strana di quanto sembri.
Il suo nome, in malese, significa "gatto".
Perché?
La leggenda narra che il primo Rajah britannico, un tizio di nome James Brooke, chiese come si chiamasse la città mentre accarezzava un gatto che passava di lì.
Il tipo, pensando indicasse l'animale, rispose: "kuching".
Che dire? Meno male che Brooke non chiese il nome della città dopo aver pestato una me*da...
E così, per un qui pro quo colossale, questa città è diventata la capitale mondiale dei mici, con statue di gatti ovunque e persino un museo dedicato ai felini con un gatto mummificato di 5000 anni!
Safari floreali e scimmie nasone con problemi di autostima
Appena fuori dalla città, inizia lo spettacolo vero. Immagina di fare un safari, ma invece di cercare un leone, cerchi... un fiore. Ma un fiore che spacca!
La Rafflesia, il fiore più grande del mondo, una roba enorme, rossa e carnosa che sembra uscita da una serra di Futurama. Piccolo dettaglio: puzza di cadavere in decomposizione.
Romantico, no? Non proprio l'ideale per il lancio del bouquet della sposa!
E poi c'è il Bako National Park, un concentrato di tutto ciò che rende il Borneo un manicomio a cielo aperto.
Qui, se sei fortunato, avvisterai le scimmie nasiche.
Sono delle scimmie con un nasone pendulo che neanche Pippo Franco: l'impulso è di scoppiare a ridere ma resisti, non fare l* stronz*, sennò ci rimangono male.
Pensa all'olfatto che ci hanno! Speriamo non ci siano troppe rafflesie puzzolenti nei dintorni: poveracce 'ste scimmiette...
A cena con i tagliatori di teste (tranquill*, ora sono quasi vegani)
Ora spendiamo qualche parola sull’etnia degli Iban.
Chi sono?
Beh, una volta erano conosciuti come "i tagliatori di teste". E non è un modo di dire, lo facevano davvero, regolarmente!
Oggi, per nostra fortuna, hanno appeso il machete al chiodo e sono un popolo super accogliente.
Al massimo, ti "tagliano" le gambe con il tuak, il loro vino di riso che è più letale di un cobra.
Prima che tu lo chieda, no, gli Iban non sono dei feticisti dei bonifici! Nonostante il nome non hanno nulla contro i contanti...
Con Sto Gran Tour, passeremo due giorni con loro, dormendo nelle loro Longhouse, praticamente dei condomini di palafitte di legno, mangiando con loro, e provando a comunicare a gesti (in questo siamo cinture nere in Italia, no?).
L'apoteosi: orde di oranghi e notti su una carretta galleggiante
E ora, il gran finale. Lasciamo la Malesia, facciamo un salto a Giacarta e ci fiondiamo nel Borneo Indonesiano.
Saliamo su un Klotok, una specie di Arca di Noè in legno, una casa galleggiante che sarà il nostro nido per due giorni. Navigheremo su un fiume color cioccolata tipo Willy Wonka nella giungla, immersi in suoni che non hai mai sentito, dormendo sul ponte sotto un tetto di stelle.
Ed è qui che il viaggio diventa ancora più pazzesco. Sbarchiamo in uno dei camp di ricerca sugli oranghi più importanti del mondo.
E poi, eccoli. Loro. Gli uomini della foresta.
Vederli dondolare tra gli alberi, con quella lentezza saggia e quegli occhi che sembrano sapere tutto di te, è un’esperienza che ti resetta il cervello e ti fa sentire parte di qualcosa di immenso.
Non è uno zoo, non c'è nessuna rete. È casa loro. Noi siamo gli ospiti, e l'emozione di vederli liberi è così potente, quasi commovente! Lo dico per esperienza: porta i fazzolettini!
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Parti subito per il Borneo!
Dai, ammettilo. Mentre leggevi, una parte di te ha già iniziato a fare lo zaino mentalmente, vero?
Hai visualizzato la faccia dei tuoi amici che sgranano gli occhi sentendoti dire:
"Mi prendo due settimane di ferie, vado a farmi amico un orango".
Abbiamo messo in piedi un'avventura di 14 giorni nel Borneo che è una bomba atomica di emozioni.
C’è tutto: il volo, due notti su quel catorcio meraviglioso del Klotok, il safari per cercare la Rafflesia puzzolente, l'esperienza mistica con gli Iban e, ovviamente, l'incontro ravvicinato del terzo tipo con gli oranghi.
I posti sono limitati, perché non vogliamo portare in giro un'orda di barbari, ma un gruppo di ver* avventurier*. La giungla chiama. Non ignorarla: rispondi!