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Come il tè ha cambiato il destino dello Sri Lanka: la storia di un’isola che ha trovato l’oro… nelle foglie!

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Quando un fungo invadente ha detto "ciao caffè, benvenuto tè!" e l’isola si è scoperta regina del tè, conquistando le tazze di tutto il mondo

Eccoci di nuovo, pronti per un altro viaggio nel tempo e nello spazio. Oggi si parla di tè.

Non ti sei ancora dileguat*? Ottimo!

Scopriremo insieme come il tè abbia fatto il suo ingresso trionfale nello Sri Lanka, trasformando l’isola da paradiso del caffè a regno delle foglie verdi e cambiando per sempre la vita di chi si spacca la schiena nelle piantagioni, di chi lo spedisce in giro per il mondo e… di chi ormai non riesce a mettere in moto il cervello senza una tazza fumante!

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Sri Lanka e il tè: una storia d’amore iniziata con un disastro

La storia del tè in Sri Lanka non inizia con "C’era una volta" e nemmeno con "Venne un giorno un supereroe di nome Lipton". No, il tutto inizia con un disastro: l'apocalisse del caffè!

Allora, devi sapere che a metà Ottocento lo Sri Lanka, che ai tempi si chiamava Ceylon, era una specie di paradiso per gli amanti della caffeina. Le sue colline erano stracariche di piante di caffè, e i contadini si stavano già sfregando le mani, immaginandosi di vivere in eterno grazie a quei preziosi chicchetti.

Poi, però, ecco che arriva il cattivo della storia: un fungo bastardissimo chiamato “ruggine del caffè”.

E che fa? Si pappa tutte le piante una dopo l’altra, senza pietà, lasciando dietro di sé solo terra bruciata e contadini in crisi.

Ma proprio quando tutto sembrava finito, ecco che arriva l’idea geniale, la svolta assoluta:

“Ehi, ma se provassimo con il tè?

E così, mentre il caffè crollava a picco, il tè si prendeva la scena.

Ceylon si reinventava come il paradiso delle foglie verdi, e da lì in poi, nessuno riuscì più a fermare l’isola, che sfornava tè come se non ci fosse un domani, facendo girare l’economia locale a mille.

L’avvento di Sir Thomas Lipton, il re del tè

Ora, nessuna storia del tè in Sri Lanka sarebbe completa senza tirare in ballo Sir Thomas Lipton, uno che non si accontentava di sorseggiare il tè come ogni rispettabile inglese, no!

Lui voleva cambiare il mondo una bustina alla volta. Questo scozzese dal naso per gli affari seppe della disfatta del caffè a Ceylon e intravide subito un’occasione d’oro

Siamo negli anni ’70 dell’Ottocento, e lui si fionda sull’isola con un piano: trasformare ogni centimetro di terra in un paradiso per il tè.

Ma attenzione, Lipton non era lì per fare il classico tè da ricconi. Per carità, il tè delle cinque con le tazze di porcellana lo lasciava agli altri. Lui aveva un’idea diversa: portare il tè a chiunque!

Così, con lo slogan “Direct from the tea gardens to the tea pot”, Lipton riuscì a far diventare il tè la bevanda nazionale dello Sri Lanka!

Foglie, tazze e qualche maledizione in mezzo

OK, ma cosa rende il tè di Ceylon così speciale?

È tutta una questione di clima e altitudine: le piantagioni di tè dello Sri Lanka si trovano ad altezze diverse, ciascuna con la sua magia particolare. Ci sono i tè coltivati nelle pianure calde, quelli di media altitudine e i cosiddetti "high-grown", cioè quelli che crescono in montagna, sui picchi delle Hill Country.

Più in alto cresce, più raffinato sarà il sapore: è quasi come un vino, ma senza sbronza annessa se ne bevi troppo.

L'unico problema della diffusione di questa pianta è che lavorare in una piantagione di tè non è proprio una passeggiata.

Prima di tutto, hai il caldo asfissiante che ti fa sudare anche l’anima, poi ti ritrovi in mezzo a serpenti, sanguisughe e insetti, fin dentro le mutande.

E non parliamo delle piogge monsoniche, che non arrivano mai quando servono, ma puntualmente scaricano una bella doccia appena hai finito di raccogliere le foglie.

E chi sono gli eroi, anzi eroine, di questa avventura?

Le raccoglitrici di tè, per lo più donne, che si fanno strada nella giungla ogni giorno con la calma di chi ha visto di peggio. Persone straordinarie che armate di un cesto gigante sulla schiena e mani veloci come fulmini, passano ore a scegliere foglia per foglia quelle perfette per il tè più pregiato del mondo. Niente macchinari, niente scorciatoie: solo esperienza, dedizione e un’abilità seconda a nessun'altra.

OK, ma chi beve tutto questo tè?

E qui arriva la vera domanda filosofica: chi si scola tutto questo tè che viene fuori dallo Sri Lanka?

Indovina un po'! I britannici, ovviamente!

Sono i campioni mondiali del “metti su il bollitore”, che piova, nevichi o ci sia l'apocalisse.

Per loro, il tè di Ceylon è quasi una medicina: bello nero, robusto e con quel goccino di latte che pare avere il potere di risolvere qualsiasi guaio, dal cielo grigio alla Brexit, dalla pioggia perenne, alle sfighe della nazionale inglese di calcio.

Poi ci sono gli americani, che con il tè hanno un rapporto di amore complicato. Sì, lo bevono, ma preferibilmente freddo, magari con ghiaccio e limone perché fa più figo.

Ma occhio, perché il tè di Ceylon non si limita ai soliti noti. Anche in Medio Oriente lo adorano, servito nero come il mio umore di mattina presto e strazzuccherato che non ci crederesti mai.

E in Asia, soprattutto in Cina e Giappone, pure il tè verde di Ceylon ha trovato un pubblico di estimatori, gente che lo sorseggia con quella serietà e quell'eleganza tutta loro che ti fa sentire un barbaro rozzissimo con la tua bustina da discount.

Tè nero, tè verde, bianco... buono anche per daltonici!

Allora, sfatiamo subito un mito: il tè non è tutto uguale, e quello dello Sri Lanka è praticamente il VIP che se la tira.

Al centro della scena abbiamo il tè nero, il tizio tosto, perfetto per chi non ha paura di svegliarsi con un bel pugno in faccia.

Poi c’è il tè verde, il cugino salutista e un po' rompiballe, pallido e magrolino che ti rimprovera quando ti ubriachi al suo matrimonio.

E infine, in un angolino, c’è il tè bianco, lo snob con la puzza sotto il naso, delicatino e aristocratico, ideale per chi sorseggia il tè col mignolino alzato.

Ma mica finisce qui! Ogni tipo di tè ha una lavorazione super minuziosa: le foglie vengono raccolte a mano, poi appassiscono, vengono arrotolate, fermentate, essiccate e finalmente pronte per la tazza.

Sì, perché qui non stiamo parlando della classica bustina triste che ti rifilano al bar, ma del vero tè di Ceylon, quello che ti fa sentire al settimo cielo, stravaccato in pigiama, a guardare l’ennesima serie TV.

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Visita alle piantagioni: il pazzesco safari del tè

Ti è piaciuta questa storia, che dici?!

Se vai in Sri Lanka, allora non puoi perderti un tour delle piantagioni!

Immagina di camminare tra le piante di tè, circondato da colline verdissime e da una leggera foschia che sa tanto di mistero tropicale. Il tempo sembra fermarsi mentre vedi le raccoglitrici con le loro ceste, in perfetta armonia con la natura.

E poi, quando arriva il momento di fare una pausa, ti portano in una sala degustazione dove puoi assaggiare il tè appena raccolto, freschissimo e saporito come non lo troverai mai nei negozi.

Ah, e la chicca? Al termine del tour, puoi comprare il tè direttamente dalla piantagione.

Concludiamo con un brindisi simbolico, daje!

Per il resto riprenderemo il discorso quando partiremo assieme per lo Sri Lanka.

Cosa aspetti? Dai un'occhiata al nostro tour dello Sri Lanka e prenota un posto per andare a spasso tra le piantagioni di tè!

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