

La porta rossa che si trova all’ingresso dei templi shintoisti segna il confine tra il mondo di tutti i giorni e uno spazio sacro (e no, non c'entrano i LEGO...)
Allora, sei in Giappone. Hai gli occhi talmente pieni di luci al neon che sembri il personaggio di un manga con gli occhioni a palla, hai la pancia stra-piena di ramen e il cervello che rosola per la meraviglia.
A un certo punto, in mezzo al caos o nella pace più assoluta, vedi questa cosa.
Un’enorme, elegantissima porta rossa (o di legno, o di pietra) che sembra messa lì a caso, senza un muro a cui appoggiarsi.
Che roba è? Un’installazione d’arte moderna? Un gigantesco appendiabiti per Godzilla? Una pubblicità della LEGO?
None! Quella è una porta, certo, ma una porta molto speciale.
È un torii, e ti spiego perché è una delle cose più fighe che vedrai nel Paese del Sol Levante. Preparati, che ti si apre un mondo. Nel vero senso della parola...
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Torii scatenati: che diavolo sono?
Fa finta di essere a una festa pazzesca. C’è una zona VIP, dove stanno gli dei, i kami, gli spiriti della foresta e tutta la bella gente che conta. Ecco, il torii è il buttafuori.
È il portale che ti dice: "Ehi, tu! Stai per lasciare il mondo dei comuni mortali, quello fatto di bollette da pagare e serie TV da finire, per entrare in un luogo sacro. Datti 'na regolata".
In pratica, ogni volta che varchi un torii, stai facendo un passo dal profano al divino.
È una specie di Stargate spirituale che ti trasporta in una dimensione di purezza e pace.
Lo puoi trovare sempre all'ingresso dei santuari shintoisti. È il modo più semplice per capire che stai per entrare in un posto che merita rispetto.
Prima di entrare, infatti, di solito trovi una fontanella (chōzuya) per sciacquarti mani e bocca. È un rito di purificazione, come dire: "Ok, kami, arrivo pulito e profumato tutto ammodino, cerco di non farmi riconoscere...".
Anatomia di una porta super-cool (mica è Porta Portese!)
Se guardi un torii, la sua struttura è zen da far paura: due colonne verticali (hashira) che tengono su tutto e una o due travi orizzontali in cima (kasagi e shimaki). A tenerli insieme, una trave passante (nuki) che li infilza come uno spiedino.
Semplice, elegante, perfetto.
I materiali? Di tutto.
I più classici sono in legno di cipresso o cedro, che profumano di bosco sacro solo a guardarli. Ma ne trovi anche in pietra, bronzo, e persino cemento armato, perché la spiritualità è importante, ma pure la manutenzione.
E il colore? Quel rosso vermiglio che ti si stampa nella retina non è una scelta a caso.
Storicamente si otteneva con il cinabro, e oltre a essere stupendo, si credeva avesse il potere di allontanare gli spiriti maligni e la sfiga. Un portafortuna gigante, praticamente.
Ovviamente esistono torii di altri colori, o lasciati al naturale, perché lo stile è importante anche per gli dei. A volte, sulle travi, trovi appese delle corde di paglia (shimenawa) con dei foglietti di carta a zig-zag (shide). Segnalano che lì, l'aria è più sacra del solito.
I torii da copertina: ecco quelli più fighi
Ci sono torii e TORII. Alcuni sono diventati così famosi da rubare la scena al santuario stesso. Se vai in Giappone, due di questi te li devi tatuare nel cervello.
Il primo è il Torii "galleggiante" di Itsukushima, sull'isola di Miyajima.
Anvedi che magia! Un bestione rosso vermiglio piantato in mezzo al mare. Con l'alta marea, sembra fluttuare sull'acqua, un portale divino che accoglie le anime venute dal mare.
Con la bassa marea, invece, puoi camminarci fino ai piedi e sentirti un piccolo Mosè di fronte alla sua imponenza. Controllare gli orari delle maree prima di andarci è una mossa da pro-traveller che ti farà guadagnare punti stima con chiunque.
L'altro è una vera e propria overdose di bellezza: i Senbon Torii ("mille torii") del Fushimi Inari Taisha a Kyoto.
Qui non si parla di un solo portale, ma di migliaia.
Un tunnel infinito di torii rossi che si inerpica su una collina, creando un gioco di luci e ombre che ti manda fuori di testa. Inari è il dio del business, del riso e del sakè (praticamente, il dio delle cose belle della vita).
Ogni torii è una donazione fatta da un'azienda o un privato per ingraziarsi la divinità. Più grande la donazione, più grosso il torii.
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Vedi già rosso? Allora: "Acá torii"!
Senti già il richiamo del Giappone, vero?
Ti vedi già lì a lasciarti avvolgere dalla frenesia ordinata di Tokyo, a perderti nella tradizione dei templi di Kyoto, o a sognare la fioritura dei ciliegi. E non parliamo nemmeno della voglia di sfondarsi di ramen e sushi autentico, altro che all you can eat nostrano!
Smetti di sognare, perché in Giappone ti ci portiamo noi!
E lo facciamo alla grande, con un viaggio di gruppo in Giappone di 13 giorni che è una roba pazzesca. Un'avventura on the rail, sfrecciando sui treni proiettile Shinkansen che ti fanno sentire nel futuro!
Cosa faremo?
Tra le tante cose, vedremo Harajuku, sospeso tra la giungla urbana e la pace assoluta del tempio shintoista Mei-ji, con i suoi torii enormi e le cerimonie che ti toccano l'anima, per poi rilassarci nel parco Yoyogi.
Di sera, ci spostiamo a Kyoto, la città che è un tuffo nel passato.
Lì, tra palazzi reali e cose belle, ci infiliamo nelle viuzze del quartiere Sannenzaka e, ovviamente, attraversiamo quel famoso tunnel di torii rossi del Fushimi Inari Taisha, una delle viste più iconiche del Giappone.
Insomma, torii o non torii, il Giappone è uno dei posti più fighi del pianeta, e noi abbiamo preparato un tour che è un concentrato di figate.
Che aspetti? Vieni con noi, le porte del Sol Levante sono aperte!














































































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