

La Germania ha sbagliato uscita in autostrada ed è finita in Africa, in Namibia precisamente...
Prendi una mappa mentale dell'Africa. Fatto? Ora, nel bel mezzo del nulla cosmico della Namibia, sulla costa dove il deserto del Namib si tuffa a bomba nell'Atlantico, c'è un posto che ti manderà il cervello in tilt: Swakopmund. Che tradotto credo voglia dire: lo svacco più bello al mondo!
Te lo dico subito: questo non è il solito posto esotico. È come se qualcuno avesse preso un paesino della Baviera, con tanto di casette a graticcio e insegne in tedesco, e l'avesse paracadutato in uno dei deserti più antichi del pianeta.
Un cortocircuito culturale che ti lascia lì, a bocca aperta, a chiederti se nella birra che stai bevendo non ci abbiano messo qualcosa di strano. spoiler: no, è solo ottima birra tedesca. In Namibia.
Ma stiamo scherzando?!
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Oktoberfest nel deserto? Molto meglio!
Passeggiare per il centro di Swakopmund è un'esperienza surreale. Le strade sono ordinate, pulite, silenziose. Vedi edifici come la Woermannhaus con la sua torre che svetta fiera e pensi: "ma dove cacchio sono finito? In un episodio di Heidi girato male?"
Sembra di essere in un villaggio alpino, solo che al posto delle montagne hai dune di sabbia alte come palazzi e al posto delle caprette che fanno ciao hai le otarie che ruttano sull'oceano.
L'architettura coloniale tedesca è ovunque, un promemoria costante di quel lontano 1892 quando i tedeschi hanno pensato bene di fondare un avamposto qui. Una scelta folle, geniale, o entrambe le cose.
Il risultato? Un posto unico al mondo, dove puoi mangiare uno strudel di mele guardando le onde gelide dell'Atlantico. Roba da non credere.
Musei? Certo, ma con cristalli grossi come Fiat Panda
Se pensi che la cultura qui si limiti a sorseggiare birra e a fotografare case strambe, ti sbagli di grosso. C'è il Museo di Swakopmund, carino, per carità, ti racconta la storia, la fauna, la flora... ma il vero pezzo da novanta è la Kristall Galerie.
Entri e ti trovi davanti il grappolo di quarzo più grande del mondo. Non sto parlando di un sassolino da mettere sulla mensola. Sto parlando di un mostro di tre metri che pesa 14 tonnellate. Quattordici. Tonnellate.
Ti lascia lì, a fissarlo come un ebete, pensando a che forze della natura abbiano potuto creare una roba del genere.
Basta chiacchiere, magnamose un po' de sabbia!
Ma Swakopmund non è solo casette carine e cristalli giganti. Anzi, quello è solo l'aperitivo.
Il piatto forte è il deserto che la circonda. E qui, le parole d'ordine sono: adrenalina, velocità e una quantità di sabbia che ti ritroverai ovunque (e dico ovunque!) per le prossime tre settimane.
Dimenticati il relax sotto l'ombrellone, l'oceano qui è così gelido che ti si ritirano pure i pensieri. L'azione vera è sulle dune. Puoi sfrecciare in quad sentendoti Mad Max per un giorno, fare un giro più poetico su una fat bike elettrica, o, se te la senti, lanciarti col paracadute per vedere tutto dall'alto.
Ma la vera chicca è il sandboarding. Immagina uno snowboard, ma sulla sabbia. Puoi scendere in piedi, se hai l'equilibrio di un gatto ninja, oppure a pancia in giù su una tavola liscia, a una velocità che ti farà urlare di gioia e terrore. Finirai con la faccia piena di sabbia, riderai come un* matt* e vorrai rifarlo subito!
Foche puzzolenti, fenicotteri chic e dune kamikaze
Swakopmund è la base perfetta per delle gite fuori porta che ti tatuano ricordi indelebili nella capoccia.
A nord, lungo la mitica Skeleton Coast, ti becchi Cape Cross. Non è un posto, è un'esperienza sensoriale. Centinaia di migliaia di otarie del Capo che urlano, giocano, litigano e, soprattutto, puzzano. Una puzza epica, primordiale, che ti entra nelle narici e non ti lascia più. Ma lo spettacolo è talmente pazzesco che te ne freghi.
A sud, invece, c'è Walvis Bay, con la sua laguna piena di fenicotteri rosa che sembrano usciti da una sfilata di moda.
E da lì, puoi spingerti fino a Sandwich Harbour: qui il concetto di "dune che si tuffano nell'oceano" viene portato all'estremo. Muri di sabbia verticali che precipitano nel mare. Una roba da farti venire le vertigini solo a guardarla.
Sopravvivenza for dummies: piante immortali VS navi fantasma
E non è finita. Non puoi dire Namibia senza nominare le dune rosse di Sossusvlei o la Welwitschia mirabilis, una pianta che è la nonna di tutte le piante.
Vive più di mille anni, con solo due foglie che strisciano per terra come dei tentacoli stanchi. È il simbolo della resilienza, una vera dura che sopravvive nel nulla.
Poi c'è lei, la Skeleton Coast. Un nome, una garanzia. Un tratto di costa avvolto dalla nebbia, disseminato di relitti di navi arrugginite e ossa di balena sbiancate dal sole. Un paesaggio spettrale, bellissimo e malinconico, che ti fa sentire come il fantasma di Jack Sparrow.
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Lo svacco in Namibia aspetta proprio te!
Senti già la sabbia tra i denti e il vento in faccia? Bene. Perché tutta questa meraviglia, questo delirio di paesaggi, questa scarica di avventura non è un sogno irraggiungibile. È tutto lì, che ti aspetta. Ed è esattamente quello che facciamo noi di Sto Gran Tour.
Abbiamo messo insieme un viaggio in Namibia di 13 giorni che è una bomba.
Dormiamo in tenda sotto le stelle col rumore dell'oceano, ci svegliamo per vedere albe incredibili, ci spariamo giornate libere a Swakopmund dove puoi fare quello che ti pare (quad? kayak con le otarie? o semplicemente cazzeggio?), e poi ci concediamo pure una notte in una guesthouse comoda, perché dopo una settimana di campeggio un letto vero ce lo meritiamo, no?












