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Una notte nel Sahara: sabbia nelle mutande e stelle negli occhi

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Ti sei mai chiest* come sarebbe finire con la faccia nella sabbia e l'anima tra le stelle? Ecco come!

Tieniti forte, perché dopo aver letto ‘sta roba qui l’unico pensiero razionale sarà: “Addio città, vado a rotolarmi nelle dune!”.

Uno zaino fatto al volo, occhiali da sole rubati a tuo cugino e via, a inseguire miraggi che sanno di tè alla menta, ti friggono le chiappe e ti impanano come una cotoletta.

Altro che week-end al centro commerciale o sagra della salamella. Qui si parla di adrenalina pura, delirio controllato e silenzi che ti urlano dentro. È il Sahara, bellezza. E una notte lì dentro non la dimentichi. Mai più.

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La fuga dalla civiltà (e da Merzouga, che è per principianti)

Chi pensa che basti Merzouga per "vedere il deserto", probabilmente ordina l'amatriciana col ketchup. Il vero viaggio comincia dove finiscono le strade e iniziano le piste sabbiose che attraversano laghi secchi, dune violente e panorami da videogioco. Niente resort, niente comfort. Solo sabbia, vento e la certezza che il GPS sta piangendo.

Si parte a bordo di un 4x4, guidato da gente che maneggia le dune come altri maneggiano il carrello della spesa. Il sole cuoce il parabrezza, il silenzio vibra sotto le ruote, e tutto attorno si apre un paesaggio pazzesco.

L’obiettivo? Arrivare all’accampamento nel nulla. Il vero nulla. Quello che ruggisce.

Quad, sabbia... e la dignità va in ferie!

A un certo punto arriva lui: il quad. E lì si capisce che il Sahara ha anche un lato demenziale e meraviglioso. Si sale su questi bolidi come cowboys lanciati nel Far West delle dune.

Dopo cinque minuti, ci si sente invincibili. Dopo dieci, si è completamente ricoperti di sabbia, sabbia negli occhi, sabbia in bocca, sabbia nei vestiti, sabbia nelle mutande. E quando si pensa che peggio di così non possa andare, ci si guarda e si ride come idioti.

Non è sport. È una forma di liberazione. È terapia d’urto con sterzata a 90°.

Il miraggio con happy hour e storie da brivido

Raggiungere un campo berbero nel cuore del Sahara è come inciampare in una visione. Tende colorate che spuntano tra le dune, tappeti stesi sulla sabbia come se fosse casa, profumo di tè alla menta che riempie l’aria e accoglienza calorosa. Il sole scende e tutto cambia ritmo: il deserto si prepara alla sua vera festa.

Intorno al fuoco, mentre si taglia legna (sì, nel deserto si taglia legna), qualcuno racconta leggende antiche. Come quella del piccolo Omar e dell’albero velenoso. Una storia che si trasforma in rito quando si brucia quella stessa legna “maledetta”. Una notte che sa di mistero, sabbia e fumo aromatico. Da brividi, ma brividi belli.

E luce fu. Anzi, un triliardo di stelle...

Poi, il silenzio. Il vero silenzio. E le stelle, cacchio. Non quelle che vedi fuori casa tra due lampioni e il neon del discount. Qui è la Via Lattea che esplode sopra la testa, una colata di luci che sembra disegnata a mano. Non esiste inquinamento luminoso. Solo un cielo così esagerato che viene voglia di applaudire.

Chi ha fortuna (e un po’ di coraggio), sceglie di dormire all’aperto. Materasso sulla sabbia, coperta sulle spalle e coperchio cosmico sopra la testa. Non esistono tende glamping che tengano. È qui che succede la magia: si diventa granelli nell’infinito. E ci si sente bene così.

Alba, dromedari e ancora sabbia (ovviamente)

All’alba, quando il deserto si sveglia colorando tutto di rosa e arancio, il silenzio è ancora più sacro. E arriva il momento dromedario. Non importa se è un cammello o il cugino di un lama: l’importante è che ti ci issano sopra e ti portano a spasso tra le dune fresche come brioche al mattino.

È l’equivalente sahariano della colazione a letto, solo che il letto è di sabbia e la vista è da copertina. Il dondolio, il respiro calmo dell’animale, i piedi che affondano nella sabbia: ogni secondo è una cartolina vivente. E sì, c’è ancora sabbia nelle mutande, ma ormai è parte dell’anima.

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Notte stellata nel Sahara: non è un miraggio!

Potrei andare avanti per ore, raccontarti del viaggio di ritorno tra i canyon, del pranzo in un villaggetto berbero sperduto o della notte in un riad da mille e una notte a Taliouine. Ma non lo farò. Perché certe cose non si possono raccontare, si devono vivere. Devi sentire la sabbia tra le dita dei piedi, il vento sulla faccia e il silenzio assordante del deserto.

Una notte nel Sahara non è solo una notte. È una centrifuga emotiva, un viaggio dentro e fuori, un reality senza telecamere dove si vincono libertà, stupore e sabbia nei punti più impensabili.

E se qualcuno ti dice che è solo un’escursione nel deserto, sorridi e lascia che creda di aver capito. Tu, invece, saprai cosa vuol dire vedere l’universo da sdraiato, con un triliardo di stelle che ti tengono compagnia e il Sahara che ti frulla l’anima.

E chi ti porta a fare 'ste figate pazzesche? Ma ovviamente, noi di Sto Gran Tour. Smettila di sognarlo e prenota. Il deserto ti sta aspettando: prenota un viaggio in Marocco di 8 giorni!

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