
Viaggio in Giamaica
Viaggio di gruppo in Giamaica
La Giamaica, magari non lo sapete, non è un’isola: è uno stato mentale. È sole che ti abbronza e pioggia che ti lava via, è reggae che parte ovunque ed è gente che balla pure mentre aspetta il semaforo verde. Qui tutto è un po’ storto, un po’ lento, ma perfettamente coerente con l’unica vera legge del Paese: take it easy, mon.
In questo viaggio di gruppo in Giamaica di 12 giorni partiamo da Montego Bay, dove ritiriamo l’auto (certo, guidiamo noi, come sempre!) e punta dritti verso Negril. Qui viviamo la prima dose di Jamaica vibes: sabbia fine, cocktail e la consapevolezza che sì, siamo in un angolo di mondo pazzesco. Poi si comincia a girare sul serio: sorgenti azzurre, piantagioni di marijuana (legali, eh), YS Falls e Treasure Beach. Ci spostiamo al leggendario Floyd’s Pelican Bar, costruito su palafitte in mezzo al mare, e facciamo strada verso Kingston, città folle, viva, rumorosa e irresistibile. Visitiamo Fort Clarence Beach e prendiamo una barca per Lime Cay, un isolotto minuscolo che… vabbé lo vedrete.
Poi arriva la parte più verde del viaggio: le Blue Mountains, dove la temperatura scende e l’umidità sale. Tra caffè coltivato a mano e strade che sembrano disegnate da un serpente ubriaco, arriviamo a Mavis Bank e poi a Whitfield Hall, un rifugio tra nebbia, foresta e pace assoluta.
Chi vuole potrà fare il trekking fino al Blue Mountain Peak. per vedere l’alba o semplicemente per poter dire “io c’ero” (e poi lamentarsi con orgoglio per i due giorni successivi). Giù di nuovo verso la costa: Boston Bay, Frenchman’s Cove, Ocho Rios e le Dunn’s River Falls. Per chiudere il nostro giro torniamo a Montego Bay per l’ultimo tramonto, un rum finale e una promessa: che prima o poi si torna.
Ecco il recappone banana con quello che faremo e vivremo:
🍌 Negril e i suoi tramonti da film
🍌 YS Falls e il Pelican Bar nel mezzo del mare
🍌 Kingston tra reggae, graffiti e caos felice
🍌 L’isoletta di Lime Cay
🍌 Le Blue Mountains e il trekking più panoramico dei Caraibi
🍌 Boston Bay e il jerk chicken
🍌 Discesa in zattera sul Rio Grande
🍌 Frenchman’s Cove e le cascate di Ocho Rios
🍌 Montego Bay
Vabbé, proprio vero che scritto così non rende l’idea. Leggi tutto il programa di viaggio qui sotto!
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Si parte per questo viaggio in Giamaica! Giornata di voli, scali e film improbabili da guardare in volo.

La destinazione: Giamaica, la terra del reggae, dei sorrisi e del “don’t worry” elevato a filosofia nazionale. Tra un panino da 12 euro al duty free e il primo bicchierino in quota, si comincia già a immaginare l’isola: spiagge bianche, strade sconnesse, palme piegate dal vento e noi lì, a viverla tutta.
Domani si atterra a Montego Bay. E da lì, l’avventura inizia sul serio.
Atterriamo a Montego Bay, e l’impatto è immediato: umidità al 200%, sorrisi grandi così e musica ovunque.

Si ritira l’auto a noleggio (raga, come sempre guidiamo noi. Libertà totale!). Il tempo di capire dove sia il clacson e si parte verso Negril, prima tappa del nostro viaggio e patria di tramonti epici. Arriviamo giusto in tempo per il primo bagno caraibico, quello che cancella in un colpo solo jet lag e stress.
Serata rilassata tra cocktail, sabbia e il suono delle onde. La Giamaica ci accoglie così: disordinata, calda, meravigliosa. E noi diciamo solo una cosa: yeh mon, ci piace già un sacco.
Dormiamo nei paraggi.
Buongiorno Giamaica! Prima vera giornata sull’isola e prima lezione di sopravvivenza caraibica: qui non serve l’orologio, basta il sole.

Siamo a Negril, la località più rilassata, più colorata e più “chissenefrega” della Giamaica. La mattina è tutta per noi: sabbia bianca sotto i piedi, mare turchese davanti e palme che fanno ombra giusto quando serve. Ci si gode la spiaggia dei sogni, Seven Mile Beach, tra tuffi, cocktail e chiacchiere con la gente del posto. L’unico compito della giornata è ricordarsi la crema solare (spoiler: non lo faremo). Nel pomeriggio, tempo libero per esplorare: chi vuole può fare snorkeling nella barriera corallina, chi preferisce può farsi coccolare in un chiringuito con vista oceano.
E poi, quando il sole inizia a calare, si va tutti al Rick’s Café, il tempio del tramonto.
Serata in libertà: musica reggae, pesce alla griglia e quella sensazione di essere arrivati nel posto giusto.
Dormiamo qui, notte!
Oggi la Giamaica mostra il suo lato più selvaggio (e più bagnato).

Si parte da Negril e si imbocca la strada verso sud, tra palme, musica reggae sparata da ogni finestrino e mucche che attraversano la strada. Prima tappa: Blue Spring, dove l’acqua è così limpida che ti senti in colpa ad entrarci dentro. È il classico posto in cui dici “faccio solo un tuffo” e dopo due ore stai ancora galleggiando a faccia in su. Poi si prosegue verso una piantagione di marijuana (legale tranquilli, non vi mettiamo nei casini) dove i coltivatori locali ti spiegano tutto: dalle varietà di erba al perché qui la vita sembra scorrere al rallentatore (spoiler: il motivo è evidente). Nel pomeriggio, wow: le YS Falls, sette cascate immerse nella giungla, tra ponti sospesi e piscine naturali.
Dopo una doccia tropicale, ripartiamo verso la costa per raggiungere Treasure Beach, la nostra casa per la notte.
Oggi il programma è semplice: mare, mare e ancora mare.

Ci svegliamo a Treasure Beach, e ci imbarchiamo su una piccola barca di legno diretta verso uno dei luoghi più assurdi della Giamaica: il Floyd’s Pelican Bar. È letteralmente un bar costruito su palafitte, nel bel mezzo del mare dei Caraibi. Non una metafora: un bar. In mezzo. Al mare.
Ci si arriva solo in barca, si beve rum, si ascolta reggae e si chiacchiera con gente di ogni parte del mondo. Poi si guarda l’oceano e ci si rende conto che la felicità, a volte, ha solo bisogno di un bicchiere e di una marea bassa. Rientro sulla costa per un pomeriggio di relax da manuale: spiaggia, mare e quella sensazione di “non devo fare niente, e finalmente va bene così”. Chi vuole può continuare la giornata in pieno stile giamaicano: un giro nei villaggi costieri. Serata lenta, con i piedi nudi e i capelli pieni di sale. Dormiamo qui.
Sveglia presto e strad verso Kingston, la capitale che non dorme mai.

La strada scorre tra campagne, villaggi, bambini che ti salutano a caso e autobus decorati come astronavi reggae. Ogni curva ha la sua colonna sonora, e il clacson qui è un linguaggio ufficiale.
L’arrivo in città è un piccolo shock sensoriale: il traffico, i colori, la musica che esce da ogni finestra, e quell’odore misto di spezie, benzina e jerk chicken che ormai associamo direttamente alla felicità. Kingston è tutto e il contrario di tutto: disordinata, rumorosa, geniale. È il cuore pulsante dell’isola e la culla del reggae. Visitiamo i punti iconici della città, e chi vuole può fermarsi al Bob Marley Museum. Poi ci spostiamo verso Fort Clarence Beach, una spiaggia poco turistica, frequentata dai locali.
Rientriamo in città nel tardo pomeriggio, giusto in tempo per il tramonto e una serata tutta da vivere: musica live, balli improvvisati e rum che scorre come l’acqua (ma con effetti collaterali migliori).
Dormiamo nei paraggi.
Oggi la Giamaica ci mostra i suoi due volti più belli: quello marino e quello montano.

La mattina inizia con una gita pazzesca: andiamo verso Lime Cay, un isolotto corallino talmente piccolo che ci si può fare il giro in venti minuti. Sabbia bianca, mare trasparente, zero folla. Dopo pranzo, cambio di scenario: si risale verso l’interno dell’isola, dritti nelle Blue Mountains. Strade tortuose, piantagioni di caffè, villaggi sospesi tra le nuvole che sembra di entrare in un’altra Giamaica.
Stanotte dormiremo in una farm rurale, di quelle tipiche tipiche: non c’è nemmeno elettricità.
Ci si prepara per la giornata di domani per chi vuole, ci sarà l’alba più bella del viaggio: in nottata saliremo sul Blue Mountains Peak (vedi scheda attività extra). Dormiamo qui, nella foresta.
Sveglia all’alba, letteralmente. Per chi vuole (facoltativo!) oggi è il giorno del trekking facoltativo al Blue Mountain Peak, il punto più alto di tutta la Giamaica. Si parte di notte, con le torce in testa e la luna che illumina il sentiero.
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L’obiettivo? Arrivare in cima in tempo per vedere il sole sorgere sul Mar dei Caraibi. Quando il cielo passa dal viola all’arancione e la nebbia si apre piano piano, capisci perché valeva la pena alzarsi a quell’ora disumana: è uno spettacolo fuori di testa. Per chi decide di saltare la scalata, nessun problema: le Blue Mountains offrono passeggiate panoramiche, caffè coltivato in loco e una calma che non esiste da nessun’altra parte. Qualunque sia la scelta, la mattinata scorre tra panorami infiniti.Nel pomeriggio, si scende dalla montagna verso la costa est, attraversando piantagioni, curve e nuvole.
La destinazione è Boston Bay, patria indiscussa del jerk chicken e paradiso dei surfisti.
Ceniamo e dormiamo nei paraggi!
Oggi si riparte presto, ma senza fretta (che qui resta sempre un concetto opzionale).
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Ci dirigiamo verso il Rio Grande per vivere una delle esperienze più iconiche dell’isola: la discesa in zattera di bambù lungo il fiume più scenografico della Giamaica (vedi scheda attività extra). Si sale su lunghe zattere artigianali guidate da esperti raft captains che conoscono ogni curva del fiume e ogni storia del posto.
Per chi invece non riesce a stare fermo troppo a lungo, c’è l’opzione “avventura bagnata”: le Reach Falls, a circa mezz’ora da qui. Cascate nascoste nella giungla, pozze d’acqua verde smeraldo, scivoli naturali e una piccola grotta dove l’acqua filtra come in un film fantasy girato con budget alto.
Nel pomeriggio, qualunque sia stata la scelta, la meta è la stessa: Frenchman’s Cove, una delle spiagge più iconiche dei Caraibi.
Notte nella zona di Port Antonio, con la pelle salata e la testa leggera.
Ultima vera giornata di viaggio, e la Giamaica ha deciso di chiudere in grande stile.

Lasciamo Port Antonio e ci spostiamo verso Ocho Rios, la regina della costa settentrionale. L’obiettivo del giorno sono le Dunn’s River Falls, le cascate più famose dell’isola. Qui non si guarda: si scala. Si sale letteralmente dentro l’acqua, mano nella mano. È bagnato, scivoloso e spettacolare. Alla fine, tutti arrivano in cima fradici e felici.
Il pomeriggio è dedicato a Ocho Rios, tra spiagge perfette e mercatini colorati dove la contrattazione è uno sport nazionale. Chi vuole può fare un ultimo bagno, un massaggio fronte mare o semplicemente una birra al tramonto per salutare l’isola come si deve.
Cena d’addio insieme, con i piedi nella sabbia e il rum che scorre. Si brinda a questo viaggio e alla Giamaica, che fa questo effetto: ti entra dentro e non ti lascia più.
Ci mettiamo in auto per tornare a Montego Bay, molliamo le auto e prendiamo un volo che ci riporta in Italia. Sigh.

Dopo ore di volo atterriamo in Italì. Bentornati a casa!

ACCONTO E ISCRIZIONE
Per iscriversi è necessario:
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🍌 Il Saldo restante sarà da versare 30 giorni prima della partenza (si paga direttamente nell'Area Personale);
🍌 Si può scegliere il pagamento tramite Bonifico o Carta (metodo di pagamento sicuro via Revolut);
🍌 Oppure puoi pagare il tuo viaggio fino a 4 rate con ALMA;
Il costo finale del viaggio, inclusi gli Extra che selezionerai, sarà mostrato durante il processo di iscrizione e nell'Area Personale.
da Mercoledì
18/03/26a Domenica
29/03/26Fatti avanti!
Silvia
Black Friday
Silvia
Fatti avanti!
Black Friday
da Martedì
21/04/26a Sabato
02/05/26Fatti avanti!
Silvia
Black Friday
Silvia
Fatti avanti!
Black Friday
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*La cassa Comune è gestita dal gruppo con l'aiuto del Caposquadra. L'importo è indicativo e potrebbe variare in caso di aumenti ed eventualità (in caso di avanzo, verrà restituita).
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🍌 Qualsiasi Visto o tassa governativa, sarà a carico di ogni partecipante
🍌 L’acconto è da versare al momento dell'iscrizione e serve per confermare la propria partecipazione al viaggio;
🍌 Il Saldo è da versare 30 giorni prima della partenza (si paga direttamente nell'Area Personale);
🍌 Si può pagare tramite Bonifico, Carta (metodo di pagamento sicuro via Revolut) o sistema di rate Alma;
🍌 Il costo finale del viaggio, inclusi gli extra, sarà mostrato durante il processo di iscrizione e nell'Area Personale;
🍌 Prima della partenza potrai stipulare un'assicurazione per annullamento viaggio che copra in caso di annullamento secondo le casistiche disponibili ed elencate nel PDF assicurativo. Trovi il PDF consultabile e scaricabile durante il processo di iscrizione, prima della conferma viaggio;
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💡 Viaggiare in gruppo significa condividere, ed è parte della magia del viaggio! Potrebbe capitare di dividere, oltre a un’esperienza incredibile, anche la stanza e, in alcuni casi, il bagno.
Se per te avere una camera doppia è questione di vita o di morte (ma proprio che senza non puoi sopravvivere), scrivici prima della partenza! Così evitiamo problemi, malintesi e inutili rotture di minch** per entrambi.
In tutti i nostri viaggi è sempre incluso il bagaglio a mano e, dove previsto, la priority. Il bagaglio da stiva, invece, non è incluso, a meno che la compagnia aerea non lo offra già nella tariffa base (cosa sempre più rara, come i panda albini).
Ora, parliamoci chiaro: noi sconsigliamo di imbarcare il bagaglio da stiva. Perché? Perché le compagnie aeree, nella loro infinita imprevedibilità, lo perdono. E ritrovarsi senza vestiti o altro, non è il modo migliore per iniziare un viaggio.
Ma se per te partire senza la valigia è impensabile, tipo che senza il tuo phon ionico non puoi sopravvivere, allora nessun problema! Puoi aggiungere il bagaglio in stiva pagando il supplemento della compagnia aerea, che ti comunicheremo dopo l’acquisto del volo.
Occhio! Il rischio di smarrimento del bagaglio è sempre dietro l’angolo, indipendentemente dalla compagnia aerea. Chi decide di imbarcarlo, lo fa consapevolmente e a proprio rischio.
Sto Gran Tour non si assume alcuna responsabilità per bagagli smarriti, dispersi o teletrasportati in dimensioni parallele.
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