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Chi ha costruito Petra? Spoiler: non è stato Indiana Jones

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Un'opera unica nel suo genere, frutto della maestria di un'antica civiltà che ha trasformato la pietra in un capolavoro senza tempo

Immagina questa scena: sei nel bel mezzo del deserto, sudato come un maiale in sauna, quando all'improvviso ti trovi davanti una città intera scolpita nella roccia rossa. No, non è un miraggio causato da troppa sabbia nelle mutande. È Petra, baby!

Ora, so cosa stai pensando: "Cavolo, deve averla costruita un'antica civiltà super avanzata!" o magari "Sono sicuro che c'entrano gli alieni!".

Beh, mi dispiace deluderti, ma la verità è molto più... terrena.

Stai per scoprire chi diavolo ha avuto l'idea geniale di costruire una città intera nella roccia, perché l'hanno fatto, e come hanno trasformato un pezzo di deserto in una delle meraviglie del mondo.

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C'era una volta... prima di Petra

Prima di parlare dei tizi che hanno effettivamente costruito Petra, facciamo un salto ancora più indietro nel tempo. Stiamo parlando di un'epoca in cui i dinosauri erano già estinti da un pezzo (grazie al cielo, altrimenti sarebbe stato un casino), ma l'uomo stava ancora imparando a non bruciarsi le chiappe con il fuoco.

Gli archeologi hanno trovato tracce di gente che viveva in quella zona già migliaia di anni prima che Petra diventasse la città che conosciamo.

Ma arriviamo al sodo. I veri artefici di Petra furono i Nabatei.

E chi diavolo erano i Nabatei?

Beh, immagina un gruppo di nomadi che un giorno, intorno al VI secolo a.C., decidono di fermarsi in questo angolo sperduto tra le montagne e pensano: "Sai che c'è? Facciamoci una città!".

I Nabatei erano dei tipi svegli. Avevano capito che quella zona era un crocevia perfetto per il commercio. Era come essere seduti su una miniera d'oro, solo che invece dell'oro c'erano incenso, spezie e altre cose che la gente dell'antichità considerava più preziose del numero 1 di Topolino.

Ed è così che nacque Petra.

Il bazar del Mediterraneo

Ecco, Petra, come avrai capito, era una specie di super centro commerciale dell'antichità, posizionata in maniera perfetta lungo le vie commerciali che univano l'oriente con il Mar Mediterraneo: stava lì, a cavallo tra l'Arabia, l'Egitto, la Siria e le coste del Levante.

Ed era il posto dove andavi se volevi comprare roba figa come incenso, spezie e mirra (sì, quella cosa che i Re Magi portarono a Gesù non era solo un souvenir random).

Insomma, 'sti Nabatei ci sapevano fare, a tal punto che, in un certo senso, erano dei veri squali degli affari: imposero tasse e dazi su tutto ciò che passava per Petra, facendo soldi a palate.

E con tutti questi soldi, cosa fecero? Beh, costruirono monumenti ancora più fighi, ovviamente, abbellendo Petra sempre di più.

Ma come tutte le belle cose, anche questa doveva finire.

Con l'evolversi dei metodi di navigazione le rotte marittime diventarono sempre più popolari (apparentemente, la gente preferiva il mal di mare al mal di cammello), senza contare che arrivarono qui i Romani che decisero di fare i bulli e conquistare tutto.

E così Petra iniziò a perdere il suo splendore, un poco alla volta. Ma, per fortuna, il suo spegnersi non fu definitivo: si trattava solo di un lungo riposo destinato a terminare.

Il sonno della bella addormentata

Dopo secoli di festa e commercio, la città si addormentò per un bel po'. I terremoti fecero da sveglia molesta, scuotendo un po' le strutture, ma Petra continuò a dormire beatamente.

Mentre il resto del mondo andava avanti, inventando cose come la pizza e la carta igienica, Petra faceva un pisolino millenario.

Poi, nel 1812, arrivò questo tizio svizzero, Johann Ludwig Burckhardt, una specie di Indiana Jones dell'Ottocento, però con una barba e dei baffi da urlo. Si travestì da beduino e si infiltrò nella città perduta.

Burckhardt fece tipo: "Ragazzi, non ci crederete mai a quello che ho trovato!". E boom! Petra tornò sulla mappa. Da quel momento, archeologi, storici e turisti con le infradito hanno invaso la città, cercando di capire come diavolo i Nabatei abbiano fatto a costruire tutto questo senza gru o martelli pneumatici.

Oggi, Petra è riconosciuta come uno dei più grandi tesori archeologici dell’umanità, dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO nel 1985. Tuttavia, la città affronta sfide significative, come il degrado naturale delle sue strutture e l'impatto del turismo di massa, che mettono a rischio la sua conservazione. Le attuali iniziative di restauro e tutela sono cruciali per garantire che Petra possa continuare a testimoniare la grandezza della civiltà nabatea per le future generazioni.

L'architettura di Petra: quando scolpire la roccia diventa un'arte

Ora, parliamo di architettura, perché qui siamo di fronte a qualcosa di veramente straordinario.

Immagina di avere una montagna di arenaria e decidere di trasformarla in una città intera. Ecco, i Nabatei l'hanno fatto davvero, e il risultato è a dir poco pazzesco.

Il Tesoro (Al-Khazneh) e il Monastero (Ad-Deir) sono le star indiscusse di questo show architettonico. Pensa a dei grattacieli, ma al contrario: invece di salire verso l'alto, questi capolavori scendono nella roccia. La precisione con cui sono stati scolpiti è impressionante, soprattutto considerando che gli strumenti a disposizione dei Nabatei erano decisamente più rudimentali dei nostri.

Ma i Nabatei non erano solo scultori provetti. Erano anche ingegneri idraulici di prim'ordine. Hanno creato sistemi di gestione dell'acqua talmente avanzati da far sembrare le nostre moderne tubature un gioco da ragazzi. In pratica, hanno trasformato un ambiente desertico in una città fiorente e ben irrigata.

Lo stile architettonico di Petra è un affascinante mix culturale. È come se i Nabatei avessero fatto un giro del Mediterraneo antico e avessero deciso di portarsi a casa un souvenir da ogni tappa. Un po' di Egitto qui, un pizzico di Grecia là, e per finire un tocco di Roma.

Il risultato? Un'architettura unica nel suo genere, che rende Petra quella gran figata che è.

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In conclusione

Quindi, chi ha costruito Petra?

I Nabatei, principalmente, ma a dirla tutta è stata un'opera collettiva di secoli, influenzata da culture diverse e plasmata da commercianti, artisti e architetti che hanno deciso di osare l'impossibile.

Petra è la prova che, a volte, le idee più pazze (come scavare una città intera nella roccia) possono trasformarsi in qualcosa di straordinario. È un po' come quando decidi di mettere l'ananas sulla pizza: all'inizio sembra una follia, ma poi... beh, forse questo esempio non regge.

No, un'eresia simile non possiamo proprio dirla, nemmeno per scherzo.

Tornando a noi, non sarebbe figo esplorare questa meraviglia del mondo antico?

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Tipo?

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