Viaggio di gruppo in Etiopia per documentaristi
Se vi dicessimo che si può viaggiare nel tempo senza una macchina futuristica? Si può: basta andare in Etiopia. È proprio qui che torniamo per celebrare i 10 anni del documentario “L’Etiopia in Tuktuk" (quel folle viaggio che ci ha resi i primi a raggiungere la Valle dell’Omo a bordo di un tuktuk!).
Per festeggiare questo compleanno speciale abbiamo unito le forze di Sto Gran Tour e della Travel Film School con Gabriele Saluci e Ludovico de Maistre. Il risultato? Un ritorno in Etiopia per girare insieme un nuovo documentario. E questa volta, ci sarete anche voi.
In un itinerario di 12 giorni attraverseremo il Sud del Paese: rituali tribali, mercati senza Google Maps, capanne a forma di elefante… con un unico obiettivo: raccontare l’Etiopia di oggi, dieci anni dopo la nostra prima epica impresa. Il viaggio-documentario nella Valle dell’Omo è il Master della Travel Film School. I posti sono 9, limitati e dedicati a chi vuole immergersi nel mondo documentaristico televisivo, imparando il lavoro sul campo.
Ogni partecipante avrà l’occasione di:
Il cuore della Masterclass sarà la visita al villaggio Erbore, dove documenteremo usi, mercati e rituali. I partecipanti non saranno semplici spettatori: entreranno nella produzione del documentario, scoprendo e sperimentando tutte le fasi necessarie per trasformare un viaggio in un racconto professionale. Un’esperienza profonda per filmmaker e viaggiatori consapevoli con la supervisione dei documentaristi Ludovico de Maistre, Gabriele Saluci.
Cosa combineremo? Di fatto, partiremo da Addis Abeba, per una visita a nonna Lucy, per poi volare nel cuore della Valle dell’Omo, dove inizieremo il vero viaggio: popoli incredibili (Hamer, Karo, Erbore, Dassanech), paesaggi che rimangono stampati negli occhi, mercati che sembrano festival e tramonti che… vabbè, come si può descrivere? Passeremo tre notti in tenda con la tribù degli Erbore, andremo a pescare con loro e ci lasceremo svegliare dal suono del villaggio. Ma non basta! Ci sposteremo verso le alture dei Konso e dei Dorze.
Non è un viaggio comodo, ma è un viaggio vero. Non un semplice documentario, ma un lavoro di scoperta e consapevolezza.
Ecco il recappone con quello che faremo:
🍌 Addis Abeba, tra troni, parchi e Circolo Juventus;
🍌 La Valle dell’Omo, con mercati, pitture e tramonti infuocati
🍌 3 notti in tenda dagli Erbore con albe senza filtri
🍌 Le tribù dei Karo, Hamer e Dassanech: arte vivente, corpo e paesaggio
🍌 I terrazzamenti dei Konso, patrimonio UNESCO (e giustamente)
🍌 I Dorze e le loro case-elefante, più resistenti del cemento
🍌 … e la sensazione di aver vissuto qualcosa di irripetibile.
Preparate lo zaino. Si parte per l’Etiopia. Pronti?!
Molliamo gli zaini al banco check-in e siamo pronti per partire. Tutti sul volo: raga, si va in Etiopia.
Atterriamo ad Addis Abeba, che è un po’ il cuore dell’Africa moderna: città diplomatica, spirituale e a tratti davvero surreale.
Appena atterrati andiamo in hotel per una doccia al volo, ma a mezzogiorno siamo già al Circolo Juventus per il nostro primo briefing pre-partenza. È il momento in cui ci conosciamo meglio, facciamo il punto sull’itinerario, ci scambiamo info pratiche e decidiamo insieme come affrontare i giorni a venire. È anche il momento in cui realizziamo che no, non sarà una vacanza qualsiasi.
Nel pomeriggio visitiamo il Parco dell’Unità, dove tra palazzi storici, il trono imperiale di Haile Selassie e padiglioni etnografici, ci facciamo un’idea di quanta roba tenga insieme questo Paese. Poi un salto al Friendship Park, un posticino niente male in città. Cena in hotel e si va a dormire.
Domani si scende!
La nonna, si saluta sempre prima di partire. E quindi dedichiamo la mattinata dedicata a nonna Lucy, che ha ben 3,2 milioni di anni. Se li porta alla grande, chapeau.
È custodita nel Museo Nazionale dell’Etiopia, che oltre a lei raccoglie fossili, reperti e storie che riscrivono l’evoluzione.
Finita la doverosa visita, iniziamo a spostarci a sud con un volo interno fino a Jinka, nel cuore dell’Etiopia più tribale. Da lì, ci aspettano 3 ore di fuoristrada fino a Turmi, la capitale culturale degli Hamer. Paesaggi aperti, savana, polvere e tramonti africani. Arrivo al lodge, cena, silenzio e stelle.
Ci spostiamo a Dimeka, un posto che sulla mappa non ci dice un bel niente, ma che presto diventerà familiare. Andiamo al mercato locale.
Gli Hamer, con le loro trecce ramate e le collane impossibili da contare, si danno appuntamento qui per comprare, vendere, incontrarsi, raccontarsi. Il mercato è tutto: bar, news, social network e cerimonia insieme.
Nel pomeriggio invece andiamo a trovare un’altra tribù: i Karo, pittori del corpo, scultori di sé stessi. Vivono in un villaggio affacciato sul fiume Omo, e si decorano con gesso, carbone, ocra e disegni tribali da far invidia a qualsiasi tattoo artist. Restiamo lì fino al tramonto, perché quella luce non torna due volte.
La giornata inizia con un viaggio di due ore verso il villaggio degli Erbore, dove restiamo tre notti in tenda per vivere la quotidianità di una delle tribù più autentiche della Valle dell’Omo.
Qui non c’è niente da vedere, ma tutto da vivere. Al nostro arrivo veniamo accolti dagli anziani del clan, che ci aprono le porte del villaggio dopo averci scrutato ben bene. E poi iniziamo: si chiacchiera, si osserva, si cammina tra le capanne, si impara e si documenta. I 6000 Erbore vivono secondo regole antiche, tra pastorizia, agricoltura, e codici sociali che si tramandano per generazioni. Dormiamo in campeggio, cucinano per noi, e iniziamo lentamente ad abituarci al ritmo di chi vive senza orologio.
Oggi iniziano le riprese: vogliamo raccontare la cultura Erbore al meglio delle nostre possibilità. E sarà proprio il villaggio ad aiutarci nell’impresa: sarà un lavoro di narrativa a più mani, per riuscire a rendere protagonisti gli abitanti del villaggio, che vogliono raccontarsi.
Se avete messo la sveglia, bravi. Ma se vi sveglia il villaggio, è anche meglio. I primi movimenti iniziano all’alba: fuochi accesi, latte da mungere, bambini che rincorrono galline. Dopo colazione, chi vuole può unirsi al gruppo che si dirige a piedi verso il mercato settimanale. È il giorno della socialità, degli scambi, delle contrattazioni e degli sguardi curiosi. Al mercato ci si va insieme agli Erbore, camminando fianco a fianco, mescolati. Si chiacchiera, si osserva, si scatta (con delicatezza), si ride. Nel pomeriggio torniamo al villaggio e ci rilassiamo. Più tardi, assistiamo al rientro degli armenti, un momento che sembra coreografato ma è vita vera: polvere, versi degli animali, voci basse, fuochi accesi.
La giornata comincia con una passeggiata fino al fiume con alcuni abitanti del villaggio.
Scopriamo come pescano gli Erbore, con tecniche antiche e attrezzi rudimentali, e impariamo che non serve un ecoscandaglio per sentirsi connessi all’acqua. Il pomeriggio è libero, ma non nel senso "ozio totale": ognuno potrà scegliere cosa approfondire. Restare al villaggio a osservare? Fotografare? Scrivere? Fare domande? Semplicemente stare? Nessun programma obbligato, solo ricerca e ascolto. Cena e notte al villaggio.
Salutiamo il villaggio e ripartiamo verso nord. Prima tappa: Omorate, dove incontriamo la tribù dei Dassanech, chiamati anche "la gente del Delta".
Vivono lungo il fiume Omo, tra le sue acque fangose e i verdi isolotti che emergono dopo le piogge. Pescano con barche fatte di tronchi scavati, e se ci va, proviamo anche a salirci. Dopo pranzo rientriamo a Turmi, e nel tardo pomeriggio visitiamo un villaggio Hamer. Qui, se il gruppo è d’accordo, possiamo organizzare una cena con capretto arrostito, cucinato e servito direttamente dagli abitanti (il cibo, è sempre un modo per dire grazie!). Concludiamo la giornata sotto un cielo che non delude mai.
Lasciamo Turmi e puntiamo verso nord, con una prima sosta al mercato di Key Afer, un altro festival di colori, volti e popoli in movimento.
Qui si incontrano tribù diverse: Ari, Male, Erbore... uno spaccato bello variegato della Rift Valley! Poi ci dirigiamo verso Konso, popolo agricoltore e artista del paesaggio. Le loro colline sono scolpite in terrazzamenti perfetti, con un sistema di canali che sembra progettato da un ingegnere zen. UNESCO, infatti, li ha già messi nella lista dei patrimoni culturali. Cena e notte in hotel.
Raggiungiamo Arba Minch, e nel pomeriggio saliamo sulle alture per incontrare i Dorze, un popolo noto per le loro capanne a forma di elefante (sì, davvero) e per la tessitura artigianale.
Scopriamo come si prepara il "pane" dell’ensete, il falso banano: un cibo che nutre, si conserva e sa di viaggio nel tempo. Visitiamo botteghe, entriamo nelle case, ascoltiamo storie. Siamo quasi alla fine del nostro viaggio, purtroppo. Ma ci penseremo domani! Per adesso, ci basta sapere che dormiamo nel nostro hotellino.
Ultima mattinata di relax tra le colline di Arba Minch, poi si vola di nuovo su Addis. Tempo libero per shopping selvaggio nei mercatini, o una passeggiata senza meta.
La sera ci aspetta una cena d’addio con musica dal vivo, l’ultima occasione brindare e prometterci che questo viaggio ce lo ricorderemo per un bel po’. Poi via verso l’aeroporto. Qualcuno ha ancora polvere sotto le scarpe. E un po’ di Etiopia negli occhi…
Si atterra. Ma dentro, un po’, siamo ancora là.
ACCONTO E ISCRIZIONE
Per iscriversi è necessario:
🍌 Versare un acconto di 1300€ al momento dell'Iscrizione;
🍌 Il Saldo restante sarà da versare 30 giorni prima della partenza (si paga direttamente nell'Area Personale);
🍌 Si può scegliere il pagamento tramite Bonifico o Carta (metodo di pagamento sicuro via Revolut);
🍌 Oppure puoi pagare il tuo viaggio fino a 4 rate con ALMA;
Il costo finale del viaggio, inclusi gli Extra che selezionerai, sarà mostrato durante il processo di iscrizione e nell'Area Personale.
Questo viaggio è organizzato per festeggiare i 10 anni del documentario "Etiopia in tuktuk", documentario che ha segnato la nascita di Sto Gran Tour di Gabriele Saluci ed Erica Rossi, e della Travel Film School di Ludovico de Maistre.
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Questo progetto nasce dalla sinergia tra Sto Gran Tour e Travel Film school, che propongono i primi viaggi per documentaristi.
Presenti in viaggio ci saranno proprio Gabriele Saluci e Ludovico de Maistre, coppia storica di documentaristi e creatori della serie "Viaggi al Rallentatorie", da anni in onda al Kilimangiaro su Rai 3.
Chi siamo
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